con la sconfitta e il conseguente trattato di pace, annullata la ragione prima della loro esistenza. È rimasta qualche commessa generosamente assegnata dalle autorità governative; e neppure tanto generosamente, se nello scorso anno certe navi dell'Iran e dell'Indonesia vennero dirottate per riparazioni verso altri cantieri del Nord, quando condizioni di mercato e trattative di prezzo le assegnavano già di diritto a Taranto. I Cantieri di Taranto hanno dovuto subire anch'essi un'operazione di «ridimensionamento» dalla quale· sono usciti tutt'altro che guariti. Dei circa 4.000 operai di un tempo, non ne restano oggi che un migliaio appena; e questi neppure hanno vita tranquilla, per la saltuarietà e modestia dei lavori, ridotti soltanto alle riparazioni o alla costruzione di qualche corvetta per conto della NATO. Non diversa è la situazione dell'Arsenale Militare: un enorme comprensorio che blocca l'espansione edilizia della città nella sua parte meridionale e dove circa 11 mila operai ed impiegati sono occupati a non far niente, per la semplice ragione che, con la riduzione dell'armamento navale,. non c'è nulla o quasi nulla da fare. Qui però non vi sono stati ridimensionamenti, anche se si è licenziato di recente qualche centinaio di operai: lo Stato va da anni accollandosi una spesa improduttiva di miliardi per il mantenimento di queste maestranze, la cui disoccupazione avrebbe potuto pro ... vocare un collasso dell'economia cittadina. Lo stesso dicasi per il deposito di munizioni di Buffoluto. Ma tutto ciò non può durare a lungo. Nessun sostegno statale hanno invece potuto ricevere le piccole e medie industrie e le piccole officine che vivevano sulle commesse della Marina Militare .. Molte hanno dovuto chiudere, e quelle ancora aperte si trascinano in uno stato di insostenibile disagio economico: presto saranno costrette a seguire la sorte delle prime. Il fatto più grave in questa incertezza dell'avvenire è che i tarantini, e per essi i rappresentanti politici e am·ministrativi più qualificati, continuano ad abbarbicarsi alla Marina lvlilitare, sperando e chiedendo che il Ministero della Difesa compia quel miracolo che è nell'impossibilità assoluta di compiere: vuoi per le clausole ancora operanti del trattato di pace, che non gli consentono di ordinare ai cantieri la costruzione di alcune corazzate; vuoi perchè i miliardi occorrenti a mettere su corazzate possono trovare oggi in Italia un impiego migliore e senza dubbio più produttivo. Dopo essere stata in parte la generatrice di Taranto e la sua benefattrice, la Marina Militare ne diventa così la rovina: nel senso che la sua presenza distoglie le energie locali dallo studio e dalla impostazione di nuove imprese orientate verso altri piani produttivi; e impedisce, appunto, in conseguenza di tale errata visione del futuro economico della città, l'intervento ausiliario degli organi centrali, sollècitati sempre e soltanto a fornire palliativi momentanei e a fondo perduto. Tipico il caso del grandioso bacino di carenaggio (lunghezza 204 metri e capacità ricettiva per navi fino a 70.000 tonnellate) che avrebbe [60] _, BiblotecaGino Bianco
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