la necessità di procedere all'integrazione della disponibilità della mano d'o--- pera nazionale, mediante il ricorso a lavoratori stranieri. Ma, si badi bene, trattasi sempre di una richiesta limitata, che non supera, nell'anno, le 5-6.000 unità per ciascuno dei due settori considerati, e complessivamente non va, in ogni modo, oltre la cifra corrispondente allo scarto indicato fra domanda· ed offerta. Per molte ragioni queste richieste non sono colmabili con mano, d'opera nazionale. · Anche in un quadro così ~odesto come quello sopra descritto, l'emigra-. zione italiana riesce a differenziarsi da quella degli altri paesi, assicurando la copertura di oltre 1'80% della mano d'opera straniera annualmente occupata in Francia; mentre spagnoli, tedeschi, portoghesi, svizzeri ed olandesi si spartiscono. in proporzione decrescente, il restante 20% dei 111-15.000 stranieri regolarmente ammessi ogni anno ad esercitare un'attività lavorativa in Francia. L'esiguità di tale flusso migratorio, e le particolari condizioni demografico-economiche della Francia, fanno però sì che, molto spesso, l'emigrante,. ingaggiato soltanto per lavori stagionali, si inserisca invece stabilmente nel processo economico del paese che lo ospita, e divenga un emigrato perma11ente; questo processo di assorbimento è del resto facilitato dal fatto che la famiglia del lavoratore può trasferirsi e raggiungere il proprio congiunto, senza eccessive difficoltà amministrative, tanto che il trapianto di interi nuclei familiari, difficilissimo ad esempio in Svizzera, è stato invece possibile fino ad ora per il territorio metropoli tana francese. Da ciò nasce quella relativa stabilizzazione del nostro flusso migratorio verso la Francia, che lo differenzia profondame11te dall'analogo movimento verso altri paesi europei, in cui, invece, la precarietà dell'impiego è la norma, e lo stabilimento definitivo dell'emigrante 11na eccezione. Sotto questo profilo, si può anche discutere se l'Italia trarrebbe o meno beneficio dall'esistenza di una più attiva e numerosa corrente di emigrazione verso la Francia, perchè la politica di assorbimento e di naturalizzazione perseguita da questo paese è, alla lunga, antieconomica per .il paese che esporta mano d'opera; ma tutto ciò contribuirebbe ben poco alla soluzione dei nostri problemi e d'altra parte, accanto alla emigrazione di cui si è detto e che tende a stabilirsi definitivamente in Francia, ve ne è un'altra, connessa con il traffico di frontiera, la quale dà luogo ad una vera e propria emigrazione localizzata, a carattere stagionale, che interessa parecchie migliaia di persone residenti nella zona alpina di fronti era. Non esistono, purtroppo, dati sicuri circa le regioni di provenienza degli emigranti italiani; ma, sulla scorta di quanto si è detto e di taluni studi francesi sull'argomento, è possibile affermare che l'emigrazione verso la vicina Repubblica è soprattutto fenomeno che interessa il Settentrione d'Italia; vi è stato, è vero, un periodo nel quale anche il Sud sembrava aver fatto [53] Bibloteca Gino Bianco
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