Nord e Sud - anno II - n. 6 - maggio 1955

di sapersi abilmente valere della possibilità di influire direttamente. sulle autorità del potere esecutivo, altre volte (non meno numerose) si è avuta una impressione contraria, e cioè che fossero le autorità esecutive a fare pressione sui sindacalisti cislini al fine di sbloccare situazioni difficili, non · sempre incontrando da parte loro una adeguata resistenza. È questo, come è ovvio, uno dei più ·gravi pericoli che possano insidiare la vita del sinda- .calismo libero; e contro di esso non si sarà mai abbastanza prevenuti. I rapporti con la D.C. sono, invece, più generali e riguardano i riflessi sindacali della lotta politica. Non è chi non veda come siano destinate a ripercuotersi negativamente su questo campo così sensibile le incertezze, i sus- .sulti, le pause e le contraddizioni che caratterizzano purtroppo tanta parte dell'azione della D.C.. Le nette e ripetute prese di posizione dei sindacalisti democristiani a favore di un chiaro e totale impegno di solidarietà democratica possono attutire, non eyitare del tutto simili riflessi negativi. In ma- · teria sarebbe desiderabile nei loro riguardi una molto maggiore comprensione e collaborazione da parte di tutti gli organi direttivi democristiani <lel centro e della periferia. Soprattutto deve nel partito farsi strada la convinzione che le vittorie del sindacalismo libero pongono le scadenze pros- :4~ime improrogabili di una politica nuova di azione sociale e di coerenza democratica, nella cui assenza o dilazione esse non solo svanirebbero, ma perderebbero anche quel carattere di affermazione rinnovatrice secondo il quale vanno interpretate. E in più, per Napoli e per il Mezzogiorno, le vittorie cisline debbono significare una grande e feconda esperienza demo- ·cristiana su una direttrice di consequenziarismo democratico, al cui confronto risaltino tanto più evidenti le irragionevolezze e le contraddizioni .del trasformismo e dei compromessi, su cui nelle provincie meridionali il ,grande partito cattolico allinea quotidianamente la sua linea di azione, perdendosi, con danno proprio e della democrazia italiana tutta, dietro le illu- .sioni di un realismo di bassa lega. Su questo fatto bisogna soffermarsi con particolare cura. Il sindacalismo attivo è sempre una posizione di avanguardia democratica e sul suo terreno si riducono al minimo le possibilità .delle manovre e dei favoreggiamenti come sistema delle pubbliche rela- ·zioni. Ed è certamente significativo che, nelle opinioni del borbonismo no- . ·strano, la CISL goda di una fama. uguale, se non peggiore, di quella goduta dalla CGIU; così con;iela presenza di un sindacato quale la CISNAL è un prezioso elemento chiarificatore contro le speculazioni insulse, in~c- . . . . . [33] Bibloteca-Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==