inconsistente il motivo dei licenziamenti e delle assunzioni discriminate, <lacchè lo stesso fenomeno si produce anche in aziende la cui disponibilità di n1a110d'opera è rimasta immutata (7 ). La verità è che il declino della CGIL va imputato anche a Napoli a quegli « errori in sede politica e in sede sindacale», di cui gli echi son pur giunti al Congresso torinese del P.S.I. e all'ultima riunione del Comitato Direttivo della CGIL; va imputato a quel « metodo totalitario e demagogico di impostare i problemi sindacali>>, a cui si accennava in un recente manifesto dell'UIL; va imputato, infine, alla innegabile subordinazione dei sindacati della CGIL alle esigenze della tattica dei partiti ai quali • • • essa s1 1sp1ra. , Per cominciare da quest'ultimo punto - che è d_elmassimo rilievo in una zona in cui l'orientamento politico generale è ben lungi dal presentare una prevalenza di umori rossi - basta tener presente che fra gennaio e marzo del 1953 la Camera Confederale del Lavoro indisse in provincia di Napoli ben due scioperi generali e un numero cospicuo di scioperi di categoria p-er sabotare l'approvazione, allora in corso da parte del Parla- ( 7 ) Per le assunzioni (e facendo astrazione da vere e proprie irregolarità) la tesi comunista ha un certo valore, nel senso che, speciahnente per gli stabilimenti di recente impianto (Aerfer, Microlambda, Remington, Olivetti), si è data la preferenza all'elemento più giovane, anche se meno qualificato. Ciò (insieme col fatto che son venuti dal Nord molti elementi tecnici e specializzati, evidentemente selezionati) fa sì che manchi quella pressione di elementi anziani e influenti (capimastri, capisquadra, capireparto, operai di 1 a ecc.), già politicamente orientati, la quale per continuità e intensità è molto maggiore di ogni pressione direzionale. Le direzioni possono obbligare e costringere; il caposquadra può egualmente obbligare e costrin- . gere, ma in più può anche simpatizzare coi compagni di lavoro e faciln1ente convincerli. Così si spiegano in parte alcune votazioni unanimi (Aerfer, Remington). Ma anche questo non è un elemento determinante (si vedano le votazioni alla Olivetti). Meno valido è, invece, il motivo dei licenziamenti discriminati in quanto in qualche caso il gran numero di comunisti licenziati si spiega semplicemente col gran numero di comunisti presenti. Inoltre, un provvedimento del genere favorirebbe il gioco comunista ed irrigidirebbe la resistenza operaia, anziché vincerla. A Napoli, nel periodo di tempo da noi considerato, il caso più doloroso in materia è stato quello dei Bacini e Scali, dove ~ennero nel complesso licenziati un migliaio di operai; ed esso conforta le nostre osservazioni: pur con una falcidia dei voti della CGIL e con un lieve progresso della CISL, la Commissione Interna è restata ai socialcomunisti. Bibloteca Gino Bianco
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