della media impresa capitalistica potrà dimostrarsi su scala assai più larga di quella consentitagli dalla situazione attuale. Una delle obiezioni che più spesso si sentono opporre ad una riforma dei cont~atti agrari è che questa interromperebbe quel flusso dei capitali dalle città o dallo stesso risparmio dei possidenti alle campagne, che è essenziale alla trasformazione dell'agricoltura in un paese arrestrato, quale è appunto il Mezzogiorno d'Italia. Se il flusso si riferisce ai terreni attualmente condotti da imprese coltivatrici legate ai contratti agrari, l'affermazione può essere vera, anche se la perdita risulterebbe modesta tanto modesti sono stati negli ultimi decenni gli investimenti di questo tipo. In ogni caso, tuttavia, una tal perdita - che almeno in parte sarebbe compensata dal maggiore risparmio e investimento contadino, reso più facile d'altronde dalla maggiore stabilità delle imprese - sarebbe più che ripagata dalla più larga attrazione esercitata sui -capitali cittadini dalla possibilità di espansione delle imprese capitalistiche. Va da sè che una tale possibilità di espansione non può risultare soltanto come un effetto indiretto della riforma dei contratti agrari, ma deve essere anche assicurata da una specifica azione di difesa dell'impresa capitalistica, che consenta a questa di muoversi liberamente alla ricerca del proprio equilibrio economico, una volta liberata dalle limitazioni e dai pesi che oggi l'appesantiscono. Quanto finora sono venuto dicendo si accorda con quanto ho detto all'inizio di questo articolo circa le vie del rinnovamento dell'agricoltura meridionale. È evidente che la politica prospettata, se anche cominciasse subito, potrebbe manifestare i suoi effetti solo nel corso di due o tre decenni, che sono anche quelli per i quali ci prospettiamo un generale processo di industrializzazione del nostro paese. Considerato dall'angolo visuale dell'agricoltura, un processo di indu- ' ·strializzazione si presenta anzitutto nelle vesti di un processo di esodo rurale, determinato dalla attrazione dei maggiori reddit~ di lavoro conseguibili nelle attività industriali rispetto a quelli inizialmente possibili nelle attività agricole. \ ,I Bibloteca Gino Sia.neo
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