nel quadro della migliore utilizzazione di tutte le risorse nazionali, senza curare gli "strilli'' di questa o quella città. Obbligare due navi come il Saturnia e il Vulcania a compiere i loro trag·itti già dispendiosi dopo un per-iplo ozioso della penisola, rimaneggiare le rotte, gli arrivi e le partenze in ragione della virulenza delle lamentele avanzate dai vari p·orti, non giova certo nè alle città interessate nè al Paese. N è ci si opponga che " è allo studio di un'apposita commissione" una pianificazione dei servizi marittimi gestiti, direttamente o indirettamente, dallo Stato: perchè qui si vuole rilevare proprio che ancora una volta certi "studi" sono condotti con una lentezza esasperante; alla quale, per di più, solitamente non fa riscontro sanità e lungimiranza di soluzioni. « PROFONDA stupefazione e dolorosa impressione» si sono abbattute su Pescara, a causa della « insoffribile denigrazione, degli Abruzzesi fatta da un articolista ». Poichè l'articolista è, nella fattispecie, Giorgio Granata, e la « denigrazione » suddetta è stata espressa recentemente su queste pagine (Nord e Sud, a. II, n. 2), ci piace riferire uno dei brani più indicativi della protesta pescarese contro il « figlio degenere », come saggio, di uno stile che ha una sua storia. Citiamo da Attraverso l'Abruzzo, rivista mensile di « autotrasporti, i11dustria, arte., turismo »: « È. vieto e vecchio andazzo queiSitadenigrazione intermittente, mossa ·contro la nostra regione, da parte degli stessi indegni ,corregionali. Ieri era l'acidità zitellesca della novelliera Lina Pietravalle., la quale., pigliando lo spunto dal caso Bellentani, eruttava le sue esuberanze strabiliari contro f' Abruzzo della gentilezza., della fo~rza, della fede, del lavoro onesto., dei costumi tradizionalmente incorrotti, ricacciando i generosi abruzzeji oltre i mostruosi ' bestioni' delle foreste caledoniche delle ere vichiane, oltre gli immani e feroci primitivi delle orde hobesiane, fatti d'irrazionalità e di violenza cieca ... Oggi, sull'arnia del malo esempio il tema scurrilmente svifiano si rinnova, con gratuita iniziativa., da un scozzonato cleoncello delle nostre glebe submontane, .il quale scambiando il calamaio per qualche vaso men nobile (sicl), i11tinge a penna scheranesca, e leva la cucurbita vacua dal fattume della propria mediocrità, al solo scopo di far parlare di sè... La stampa seria, non-chè accogliere certe deiezionì mentecatte., ha il dovere di cacciare a p-edate dalle proprie colonne giornalistiche quelli che Ferdinando II chiamava 'pennaruli '., quelli che rinnegano la Patria., ai quali 1ion sarebbe debito marchio d'inf arnia neppur la veemente imprecazione che ad essi scaglia il Carducci ». Di argomento tanto diverso, ma analoga per il tono e per la trasparenza delle immagini, una invettiva lanciata da un certo A. P. dalle pagine di Chiarezza, mensile comunista di Cosenza., contro Giusieppe ~iarrizzo., per il suo articolo « Intellettuali e contadini » (Nord e Sud, a. I, n. I). Nelle maglie della prosa fumosa e stravolta di A. P. ci è parso più volte d11intravedere Bibloteca Gino Bianco
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