CRONACHEE MEMORIE L'unione nazionale e la << Nuova democrazia>> Il Congresso dell'Unione Nazionale del giugno 1925 costituì il primo tentativo di inserire nella vita pubblica italiana una formazione politica veramente originale. Questa non si presentò come u11partito di tipo << parlamentare», nè come un ressemblement fondato sul concorso, più o meno vincolante, di parlamentari isolati, o di gruppi o frazioni di gruppi parlamentari. Se un apporto vi fu - e notevole - di senatori e deputati, esso non andò certamente al di là del concorso e dell'influenza che esercitarono sul movimento uomini della cultura, della politica e del giornalismo militante. E come più oltre avremo agio di constatare, ripetutamente si insistette, nei lavori del Congresso, sulla necessità di determinare la condotta politica dello stesso gruppo parlamentare; tanto che vi fu un momento in cui Giovanni Amendola dovette, con una certa durezza, ricordare ai convenuti che la situazione era troppo delicata e troppo suscettibile di quotidiane evoluzioni, perchè non si dovesse lasciare ai parlamentari un sufficiente margine di autonomia per affrontarne le emergenze. E ciò appare tanto più importante quando si tenga presente il momento storico nel quale si tentava questa operazione politica; che doveva essere, nel pensiero dei suoi promotori, la più originale creazione della storia d'Italia. Il congresso fu dovuto all'energia di Ruini, di Amendola, dei suoi collaboratori ed amici del Mondo. Esso concentrò st1bito su di sè l'attenzione dell'opinione pubblica più qualificata: divenne il banco di prova di un largo settore dell'opposizione democratica; anche perchè si proponeva di rispondere a quelle esigenze etico-politiche, le quali nascevano dai rapporti - in certo senso obbligati - col partito popolare (solidarietà aventiniana). [96] Bibloteca Gino Bianco
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