Nord e Sud - anno II - n. 5 - aprile 1955

gustì potrebbe apparire dei tutto « ranCZda », ci corre l'obbligo di ribadire il nostro giudizio: che cioè il Movimento di Rinascita è un movimento a direzione comunista; nelle cui spire) peraltro) il P.S.I. è rimasto come soffocato. Abbiamo anche avanzato, la preoccupazione che, dopo 10 anni d:i « frontismo » nell'Italia meridionale _ dove le tradizioni socialiste) rion essendo operanti come nel Nord, dovevano essere fondate e conso1lidate --i zl P.S.I. si sia ridotto a poco piiì o poco meno di « uri'ala1 clientelistica del fronte popolare a direzione comunista ». In questo stesso numero della nostra rivista) a proposito della Sicilia, l'on. De Martino potrà leggere quello che ci risulta delle esperien.ze siciliane del P.S.1.; ma gli capiterà pure di constatare che al P.S.I. noi dedichiamo ({rande attenzione, e anche qualche speranza. Dunque) si può soS1tenere che « i redattori di Nord e Sud non Sioloignorano ma ostentata1nente disprrezzano il partito socialista? » Non ci sembra. Se, nel chiamarci così brutalmente in causa, l' on. De Martino si proponeva di provocare itn nostro chiarimento a questo proposito) egli può co1itrollare ora l'infondatezza della sua impressione: non ignoriamo, nè disprezziamo il partito socialista. Non ignoriamo _ e tanto nieno di~prezziamo _ nemmeno 1 lui, l'on. De Martino, che anzi molto stimiamo per il suo magistero universitario e per l'impegno politico. Ma perchè tanto zelo) da parte dell'on. De Martino, nel proclamare che il Movimento di Rinascita non è diretto dai comunisti e che anzi in esso è crescente l'infiuenza socialista? Perchè tanto zelo, sie questa valutazione gli sembra così ovvia da potersi disinvoltamente avventare contro di noi, « questi signori rimasti molti anni indietro? » Ci sorge il dubbio che siano altri i « signori rima'.Sti molti anni indietro », quelli a cui l'on. De Martino si rivolge dalla « Tribuna del XXXI Congre~o »: si tratta forse di delegati a questo Congresso? Francamente, se questi dubbi risultassero fondati, ce ne dispia__cerebbeper il nostro autorevole interlocutorre, perchè egli apparirebbe come uno zelante, interessato avvocato « dell'ala clientelistica del fronte popolare »; ma ce ne rallegreremmo per il socialismo. IN ALTRA PARTE di questa riviS1ta, a proposito della spedizione fascista del Colle Oppio alla libreria di Palazzo Dongo, si possono riconoscere le squallide origini e la desolante conclusione della inquieta e infelice « giovinezza » dei protagonisti. Giova però aggiiingere ora qualche parola a commento delle posizioni che sono state as~unte dalla stampa nei giorni successivi alla spedizione. Lasciamo stare, questa volta, gli ignobili titoli della stampa di Lauro. E lasciamo pure da parte tutta la stampa meridionale, cauta nella deplorazione, quando non incline a « minimizzare », o addirittura a giustificare. Citeremo soltanto Il Giornale per un eccellente articolo di Umberto Segre: uno di quegli articoli al cui tono vorremmo 1 che si is,pirasse ogni BiblotecaGino Bianco

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