- rilevare le differenze specifiche; non possono) nel caso in esame) dire che il quadro è venuto sostanzialmente mutando nel corso del tempo, a misura che si andava e.murendo la situazio1ie di em.ergenza e più cospicui fondi affluivano all'esercizio del credito. Già abbiamo accennato a 1 una prima fase che conviene tener ben distinta da una seconda fase, che presenta element'i di maggiore interesse rispetto all'industrializzazione vera e propria. Questa tendenza) nettamente visibile ancora nel corso dei finanziamenti sulle leggi per l'industrializzazione, prende maggiore consistenza net cièlo creditizio che potremo definire 'Cassa del Mezzogiorno'. Se si osservano i dati, si vedrà come questa volta in · testa alla graduatoria compaiono non più i settori tradizionali) ma il chimico) il tesSiile e qitello dei 1nateriali da costruzione; e intanto la media degli importi dei finanziamenti è notevòlmente salita e il numero delle operazioni dai 200 milioni in su è considerevolmente accre.sciuto. Occorre dunque tener l'occhio a quest'altra metà del quadro se si ·uuol rispondere con qualche esattezza ai quesiti oggi correnti sitll'industrializzazzone del Mezzogiorno. E che cosa vi si può leggere pii't di~tintamente? In primo luogo che il Sud d'Italia offre) allo stato attuale dei mercati europeo e mediterraneo) alcune scelte di convenienza economica per investimenti industriali. Si tratti di posizione geografica rispetto ai Paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo) si tratti di disponibilità in loco della materia prima, o si tratti) in altri casi) di un problema di costi dei trasporti, queste convenienze esistono. Appartengono al primo tipo di esempio realizzazioni come la R.A.S.1.O.M. di AuguistaJ una raffineria che sorge proprio sulla rotta del petrolio) e come lo stabilimento Ledoga-Lepetit di Torre Annunziata (streptomicina e penicillina) che si sitita nella carenza di impianti similari nel vicino Medio Oriente e nel bp,cino del Mediterraneo; o come la Resia di Ca~oria di Napoli (resine sintetiche) che attraverso· quel porto si approvvigiona di materie prime e del porto si serve per l'esportazio1ze dei prodotti nel vicino Oriente. Nel secondo tipo biso,gna collocare i lanifici che sono installati in Lucania e in Calabria, nonchè il Co,tonificio dì Palermo. Così per il "terzo gruppo possono essere indicati i cementifici e gli zuccherifici che sono Siorti qua e là in tutto il Mezzogiorno ». L'ultima domanda che Macera si pone è questa: chi investe nel Sud nell'industria? « Secondo le stime uf ficialiJ il capitale privato avrebbe concorso gro,sso mo,do per il 50 per cento nel processo di sviluppo industriale promosso dalla legislazione speciale per il l\tiezzogiorno. Sebbene la nostra valutazio,ne differisca .sensibilmente dal dato ufficiale) accettiamola tuttavia in via provvisor-ia. Si giungerebbe così a un ordine di grandezza globale intorno ai 150 niiliardi tra danaro pubblico e danaro dei privati) a stare nei limiti della realizzazione fino a oggi. Difficile identificare la provenienza della quota di capitale privato. L'unico àato ufficiale lo si trova ril~vato BiblotecaGino Bianco
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