Nord e Sud - anno II - n. 5 - aprile 1955

-- tarne un « limite specifico ». Significa augurarsi un forte partito politico che si batta sulle posizioni meridionaliste di Nord e Sud? È anche il nostro augurio, naturalmente. Oppure, significa che una rivista, fra tante riviste, e senza rappresentare forze cc organizzate », si risolve in un impegno velleitario? Ma una rivista politica, e vorremmo riferirci a esempi illustri, non trova la sua ragione d'essere nel fatto di rappresentare posizioni più o meno quantitativamente rilevanti; ma nel fatto di agire, qualitativamente, per una revisione d'impostazioni politiche, co·n un'azione a largo raggio e magari a lunga scadenza, indirettamente intervenendo su determinate situazioni con il peso di giudizi che traggono la forza politica anche dall'impegno continuativo e sistematico del gruppo intellettuale di pressione che li esprime. Nelle nostre intenzioni, perciò, Nord e Sud non si limita a una cc verifica », ~ una divulgazione dei « fenomeni delle tematiche di fondo della questione meridionale »; ma tenta una reinterpretazione, un approfondimento, una revisione in senso liberale del meridionalismo,: il che vuoi dire intervento su tutti i temi che vengono in discussione; apertura cli nuove pro- · spettive critiche nei confro11ti dell'azione di governo; magari creazione, o se1nplice sollecitazione, di nuovi collegamenti e di più moderni rapporti nei confronti dello schieramento politico. E riteniamo, sia pure con tutta l'umiltà che ci è in1posta dalle esperienze di questi dieci anni, che le })Osizioni di Nord e Sud, quali si sono venute delineando nei primi numeri, non solo possono rappresentare cc una presa di coscienza e u11a risposta » della « sinistra laica » rispetto agli cc sviluppi della strategia comunista »; non solo possono consentire ai gruppi politici con i quali siamo a più diretto contatto politico ed ideologico di definire unitariamente le loro esigenze nei confronti del rapporto fra la questione meridionale e l'azione di governo della D.C.; ma invitano la stessa D.C.. a certe scelte e additano al P.S.I. certe responsabilità. Inifìne, si può dire, dopotutto, che proprio così si opera per animare quello che Morlino chiama cc il quadro che sta davanti alla 'sinistra laica ': ritrovare sul fondamento della questione meridionale i termini attuali di quella crescita del'lo Stato che garantisca lo svilt1ppo omogeneo della società italiana ». Ma, a questo punto, per concludere, dobbiamo ancora una volta ricordare all'amico Morlino che noi abbiamo posto innanzi a tutto una pregiudiziale politica: la liberalizzazione della vita meridio,nale, « su tutti i piani, da quello politico a quello amministrativo »; l'abbandono di una strada sbagliata che porta a mete non volute da quegli stessi che su di essa si sono avventatamente incamminati; la cessazione di quelle violazioni dei princìpi liberali di governo che qui so,no all'ordine del giorno; la reazione democratica a quei cc cedimenti, se non addirittura favoreggiamenti, nei confronti di motivi e gruppi fascisti » che troppo spesso si son dovuti registrare e denunciare. [6o] BiblotecaGino Bianco

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