Nord e Sud - anno II - n. 5 - aprile 1955

mai sperato. Nessuno, o quasi, ha avuto la pazienza di aspettare il 2 giugno 1954, quando la latente frattura dei « laurini n con l'ala covelliana del PNM è apparsa alla luce del sole: si vide allora come in pochi giorni tutto il partito, che sembrava ai più un feudo dell'aTmatore sorrentino, resistesse assai bene alla scissione, sia in Parlamento, sia sul piano organizzativo; lasciando Lauro al suo nemmen troppo tranquillo campo d'azione di Napoli e provincia, e relegand9lo (dura nemesi della politica) al ruolo di leader del più piccolo partito italiano,. dopo l'odiatissimo PRI. In minor numero ancora furono coloro che ebbero pazienza di a pettare l'agosto successivo, quando l'Amn1inistrazione Lauro, violentemente attaccata dai covelliani, si salvò per lo scarto di pochi voti e per il larvato appoggio del gruppo democristiano. Ora, di nuovo siamo stati molto vicini alla « crisi ». Si sa come i fatti si sono svolti. Discutendosi al Senato la proroga della erogazione governativa di tre miliardi annui per integrare il bilancio del Comune di Napoli, il Senatore democristiano Mario Riccio, (che è anche consigliere comunale ed è l'autore del decreto con cui i lavori della « legge speciale» per Napoli vennero posti sotto il controllo della Cassa per il Mezzogiorno), nell'appoggiare il provvedimento, svolse alcune fondate critiche sui sistemi finanziari instaurati dall'Amministrazione Lauro. Il Sen. Riccio parlò di qualche diecina di assessori in soprannumero, oltre ai due assessori delegati, di rimborsi di spese inesistenti per gonfiaTe le retribuzioni di assessori, di frenetiche iniziative propagandistiche (pensiamo all'inutile premio delle cc Nove Muse»), di costosi apparati di rappresentanza. Sui giornali, il giorno dopo, apparve un resoconto dell'intervento di Riccio. Non erano passate ventiquattr'ore che il Sindaco riuniva a precipizio la giunta, facendole approvare un lungo comunicato di deplorazione per il comportamento << offensivo e denigratorio » del consigliere Riccio, che veniva accusato di aver asserito il falso, e invitato perentoriamente a fornire chiarimenti al Consiglio sul suo operato. La mossa era tipicamente « laurina »: insofferente di ogni critica, specie se benevola e fatta nel suo interesse, il Sindaco riuniva la Giunta di un organismo amministrativo per censur-are l'operato di un membro di un organi- · smo politico, coperto, tra l'altro, dalla immunità parlamentare. Da un lato, però, com'è ovvio, Lauro sapeva quel che faceva, proprio perchè a Roma si finge di ignorare la critica del senatore Riccio e nel Governo tal ministro può, di tanto in tanto, strizzare benevolmente l'occhio a LauTo; ma dall'altro lato, il Sen. Riccio poteva facilme11te cogliere la palla al balzo e predisporre un lungo intervento per la prossima seduta consiliare. La quale, tuttavia, ven11e a coincidere con il viaggio del Sindaco a Cascais; e per conseguenza, presieduta dai luogotenenti di quest'ultimo, riuscì solo a mettere di nuovo l'Amministrazione in una situazione assurda, perchè la maggioranza (PMP e MSI) impiegò la seduta, in assenza del «Comandante» da cui usa prenBibloteca Gino Bianco

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