mile qualifica avrebbe implicato altra stabilità e diverse attività; corr_uppero, piuttosto, i loro principi morali coltivando· commerci non sempre leciti. Più tardi, rientrati ancora giovanissimi nell'alveo di una vita di relazione più calma e disincantata, essi rimasero con un oscuro fermento nell'anima, agitati dalla brama di affermare la propria volontà. Guardando alla situazione politica, credettero che il partito neofascista interpretasse determinate situazioni spirituali con una aderenza indefinita, ma super.ba, sprez- , zante, rivoluzionaria. Nelle sedi del M.S.I. essi intensificarono, inoltre, i contatti con la vecchia guardia repubblichina; fra i reduci di quelle scalmane da adolescenti perversi si trovavano anche giovani non illetterati, e per altri versi di stimabile intelligenza e prontezza: ma costoro, si definivano « costituzionalmente antidemocratici » e si dichiaravano sentimentalmente trasportati verso gli eccessi. Disperati sociali, senza mestiere e sottratti alla visione realistica delle cose da una primitiva avventura, consumano da anni la loro irregolarità nella sezione missina del rione Esquilino, tra queg-Ii stessi ruderi del Colle Oppio che hanno ospitato i loro primi giuochi. Gran parte di questi giovani provengono da quelle categorie sociali che una annosa instabilità economica rende inquiete e reazionarie; e nella mentalità dei quali ristagna l'equivoco fra Stato e Patria che dette luogo al fascismo. Delusi da un ritorno democratico _ che appare loro come una rinunzia, ed attratti dal mito di un passato in cui la « nazione » ha conosciuto gior.nate di effimera gloria, essi presero le parti di quelli che ai loro occhi possedevano il fascino di uh eroismo sconfitto e, a sentir certuni, tradito. Non gli ambienti familiari, non la scuola, non la democrazia, non Il Tempo e nemmeno Il Messaggero) insegnarono loro cosa realmente il fascismo avesse significato per il nostro Paese; una volta perduti alla causa della democrazia, nessuno pensò di riguadagnarli o almeno di isolarli. Sul fondo di molte di queste coscienze posa una atavica incapacità a co,nsiderare la lotta politica come scontro fra idee in concorrenza. Per difficoltà di ·ordime logico e per un apoliticismo, che finisce col ritornare politico, dànno la loro adesione al M.S.I. e nel rituale di questo partito sublimano i complessi di inferiorità. Alla ragione rispondono con la violenza; il rogo dei libri della libreria di Rinascita è significativo di codesta situazione di inferiorità di fronte al mondo della cultura: incapaci di accettare la lotta dei concetti e delle libere volontà, i neofascisti ritengono di potersi liberare dalla altrui presenza mediante la distruzione perlomeno dei volumi che ne testimoniano la vitalità. I nazisti non si comportavano diversamente. Nella sede del M.S.I., sezione Esquilino,, sono stati rinvenuti alcuni paletti divelti dai recinti delle aiuole del parco di Colle Op•pio ed adattati a manganelli; era stata istituita presso la sezione una squadra per la « guardia al labaro »: affidati ad una simbologia e ad un rituale esteriori, questi tardi e [53] Bibloteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==