/ sferire nella nuova sede, quasi per difesa, presaghi forse che la città sarebbe divenuta col tempo la sede di genti meridionali, intenzionate a costituire a Roma, con modi orientali, il cer1tro di tutte le attività burocratiche. Nel complesso, il rione Monti e l'Esquilino risultano oggi abitati da un folto nucleo di piccoli e medi impiegati, ai quali si è aggiunto posteriormente un discreto numero di commercianti, alcuni di origine ebraica, per lo più piccoli imprenditori e rivenduglioli, che svolgono i loro scambi al mercato di Piazza Vittorio o nei numerosi magazzini che si affacciano sulle strade intorno alla via Merulana. L.a situazio•ne urbanistica dei due rioni è ancora quella di una cinquantina di anni or so-no; nell'insieme è una delle parti più tristi di Roma: non propriamente romana nei caratteri esterni, si direbbe u11 tipico quartiere residenziale dove la gente si sia accasermata in attesa di una sistemazione più libera e definitiva, che non è mai stata possibile. Gelida è la composita architettura neoclassica dei palazzi e come sfatti appaiono gli intonaci delle case, quasi contaminati dalla decadenza dei ceti sociali che popolano il quartiere. L'unica area di verde, esposta al sole e facilmente accessibile a queste comunità, è quella del Colle Oppio. Il colle è ricoperto da un vasto parco, che la sorveglianza delle guardie comunali ha sempre reso difficilmente adattabile agli sports che le giovani generazioni mo,strano di prediligere. Tuttavia, ormai da diversi anni, i giardini del colle sono la meta di numerosissimi giovani: gioventù ardimentosa, occorre dir subito, eclettica, polisportiv~. Gli incontri fra gli adolescenti dei <lue sessi si svolgono qui con una certa normalità; fanciulli e fanciulle consumano le loro· prime avventure ciondolando all'ombra dei viali. Sotto il fascismo, le varie legioni della G.I.L., reclutate nella zona, si addestravano alle armi lungo i viali del colle, sotto l'occhio amoroso dei genitori, estasiati, e pure ingelositi, dall'aspetto bellicoso che i figli andavano assumendo. Durante la guerra i giuochi dei ragazzi continuarono in forma ridotta: fu in voga la palla di pezza; un oratorio salesiano a via delle Sette Sale riuniva i fanciulli di tutte le condizioni sociali, grazie al fascino esercitato dal giuoco del calcio ed alla promessa di una lauta merenda; il cui miraggio, in epoca di contingentamenti, faceva passar sopra alla lieve noia delle funzioni -vespertine. Come in tutti i grandi recinti che le città approntano per i giovani, senza creare per loro alcuna assistenza morale e affidarli ad autorità responsabili - paghe soltanto di veder riuniti in breve spazio gran numero di adolescenti -, lo spirito dei ragazzi di via delle Sette Sale era avventuroso e spavaldo, eppur neutro, sganciato da precise tradizioni e da qualsiasi ambiente culturale. Provenienti da famiglie piocolo-borghesi, prevalentemente meridionali, i ragazzi vivevano le loro giornate fuori di casa, nell'atmosfera di licenza morale che le guerre creano, e che neppur le famiglie più costumate riescono a mantenere· lontano dalle loro case. · [so] BiblotecaGino Bianco
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