zazione commerciale », l'articolista considera i dati della « din~mica degli esercizi dal 1951 al 1954 », i quali i,n sintesi così figurano: I periodo: II periodo: III periodo: 5 nov. 1951 - 31 dic. 1952 31 dic. 1952 - 31 dic. 1953 31 dic. 1953 - 30 sett. 1954 +7,2% +4,7% +4,1% E qui avrebbe dovuto avvertire - come fa la stessa relazione - che il calcolo degli incrementi, essendo condotto mediante la differenza tra il numero delle iscrizioni anagrafiche dei nuovi esercizi e il numero delle cancellazioni degli esercizi chiusi, è reso aleatorio dalla scarsa sollecitudine con cui certi operatori provvedono alle iscrjzioni e alle cancellazioni: e - aggiungiamo·_ è probabile che resti esposto all'errore per eccesso, essendo intuibile che 'la scarsezza di sollecitudine debba esser maggiore in caso di cancellazione che 1non in caso di iscrizione; inoltre, se gli errori sono destinati a « compensarsi » naturalmente in due rilevazioni successive, ciò rimane vero per il II e il III periodo, non già per il I, in cui la rilevazione iniziale e quella finale sono state operate co•n metodi e approssimazioni differenti. Riportate poi le osservazioni conclusive de1la relazione, e cioè che: l) la consistenza degli esercizi commerciali tende ad aumentare nella quasi totalità delle regioni; 2) il tasso di incremento degli esercizi dettaglianti, sia di generi alimentari, sia di prodotti non alimentari, dopo un aumento rilevante nel 1952 tende ad accrescersi con quoziente presso che uguale nel 1953 e nel 1954; 3) il tasso di incremento degli esercizi non alimentari appare generalmente più elevato rispetto a quello degli esercizi di vendita al minuto di generi alimentari; l'articolista - che pure aveva severamente stigmatizzato all'inizio del discorso le posizioni assunte « pro » e cc contro » le licenze commerciali non suffragate da sufficienti elementi di prova - chiude lo scritto con le seguenti asserzioni: a) cc che l'organizzazione commerciale è sensibile e pronta ad adeguarsi senza però scostarsi dalle sue fondamentali caratteristiche di struttura, alle esigenze del consumo determinate dall'incremento del reddito e della popolazione »; b) cc che il sistema della licenza non sernbra aver costituito nel periodo considerato, in alcuna ripartizione geografica, un elemento di remora al sorgere di nuove iniziative ed alla elasticità del sistema distribl1tivo »; c) cc che sembra di poter concludere, dal punto di vista assl1nto in questa nota, che la licenza di commercio, non ra.ppresentand·o un ostacolo allo sviluppo quantitativo, possa essere co,nservata come mezzo di discriminazione qualitativa degli operatori commerciali >). Bibloteca Gino Bianco
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