Nord e Sud - anno II - n. 5 - aprile 1955

.... indici elaborati sul numero dei soli esercizi fissi potrebbe risultare errato per difetto, non dovendosi dimenticare che: I) esistono ditte le quali esercitano il commercio mediante più unità ambula11ti; 2) il numero delle ditte settentrionali che gestiscono unità locali al Sud è certamente superiore al numero delle ditte meridi0tnali esercenti unità locali al Nord). Tali numeri indici ci indicano che la tendenza alla gestione individuale è maggiore nell'Italia meridionale ed insulare che non nell'Italia centro-settentrionale, essendo logico p•ensare che là dove il rapporto tra unità locali e ditte è inferiore, sia del pari inferiore il numero degli operatori commerciali gerenti in società. Dal numero medio di addetti per unità locale, inoltre, risulta che le unità meridionali sono più ridotte nelle di1nensioni di quelle settentrionali: i,nfatti, il detto numero medio per le quattro ripartizioni geografiche (Nord, Centro, Sud, Isole) è rispettivamente: 1,92 - 1,79 - 1,53 - 1,56. Ancora, dal numero medio di abitanti per unità locale si deduce la minore densità di esercizi nel Mezzogiorno: media degli abitanti per . ' unita unità unità alimentare non alimentare locale ... • ........ - -.i. Nord: 141 121 66 Centro: 163 129 72 Sud: 162 169 83 Isole: 136 168 75 Italia: 149 139 72 Abbiamo riportato la suddivisione per esercizi di generi alimentari ed esercizi di generi non alimentari perchè è interessante notare come il rapporto di densità si capovolga nel passaggio dal Nord al Sud: il che denota come nel Mezzogio!no, al contrario che nel Settentrione, il numero dei locali destinati alla vendita dei beni di prima necessità sia superiore a quello dei locali destinati alla vendita degli altri beni. Del resto, un'altra prova della cc depres~ione » meridionale, nell'ambito dell'attività interrnediaria, la si ha nel~a ripartizione regionale del com1nercio all'ingrosso e di quello al 1ninuto: risulta infatti che le ditte esercenti il primo si concentrano nel Nord, nel Centro, nel Sud e nelle Isole rispettivamente per il 63,8%, il 15,8%, il 13,1% e il 7,3%; mentre le ditte esercenti il secondo si distribuiscon,o nelle quattro regioni rispettivamente per il 47,3%, il 18%, il 22,1 % e il 12,6%. L'esame della situazione in cifre, per quanto approssimativo, rende tuttavia possibile quell'individuazione per grandi linee delle esigenze del commercio al dettaglio che a noi interessa. L'odierna sua costituzione par- . ticellare, atomizzata, si riverbera sui costi di distribuzione mantenendoli Bibloteca Gino Bianco

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