Nord e Sud - anno II - n. 5 - aprile 1955

' .. .. . goria di fronte ad un provvedimento ritenuto lesivo dei suoi interessi, non altrettanto logico sarebbe tenere per attendibili le conclusioni cui essa giunge nel valutare la questione, partendo da un presuppoSito affatto 1 indimostrato: che cioè gli immediati interessi dei comniercianti coincidano con i reali -interessi del commercio. Ed è sufficiente gettare uno s;guardo all'attuale struttura commerciale del nostro paese per convincersi dell'infondatezza di tale premessa. Non può suonar nuova l'affermazione che da noi l'attività intermediaria, &pecialmente in quel settore dello scambio che contempla il trasferimento dei beni al consumo finale, è esercitata in forme antiquate: la masJima parte degli eserc.iz.isi regge sulla base di iniziative individuali o al più familiari; ancora è frequente il sistema di vendita fondato, per quanto concerne la formazione del prezzo, sul niercanteggia1n.ento, e non invece sulla predeterminazione di un prezzo fisso, la quale ha costituito r1ei paesi più progrediti una delle prime tappe· dell'evoluzio11e commerciale; la clientela viene acquisita più in virtù del fattore cc abitudine » che in forza del fattore « convenienza »; l'ambulantato è q11anto mai difft1so; lo spirito inventivo degli· esercenti si rivela in una grande maggioranza di casi fiacco, inrerto, talora pedissequamente conformista, quando addirittura ,non manchi del · tutto. In breve, se messe in relazione con le caratteristiche dell'eco11omia industriale, le strutture della funzione commerciale si palesano inadeguate e anacronistiche: e se questo è vero, in confronto ad altri paesi euro,pei e segnatamente agli _Stati Uniti, anche per le regio,ni del Nord Italia, tanto è più vero per le regioni dell'Italia meridionale. A confermare le linee di· questo non piacevole quadro, soccorre u:na recente e interessante pubblicazione edita a cura del Ministero dell'Industria e Commercio - cc Situazione e movimento degli esercizi co1nmerciali in Italia » - la quale, trattata con le dovute cautele, può fornire utili indicazioni circa il problema qui affrontato. Per quanto riguarda la « situazione ,> degli esercizi commerciali, infatti, la pubblicazione ·offre un panorama di dati desunti dal « III Censimento Generale dell'Industria e Commercio» del 5 novembre 1951 e corredati da un'apposita indagine dell'Istituto Centrale di Statistica; vengono considerate separatamente le unità economico-- giuridiche o ditte, ossia i complessi delle organizzazioni produttive, commerciali, ecc.; facenti capo a singole imprese, e le unità locali, o esercizi di vendita veri e propri (la relazione non tiene conto nelle statistiche della distinzione delle unità locali in operative e amministrative, essendo il ·n1:1mero di queste ultime irrisorio). Allo scopo di illustrare l'asserita frammentarietà che presiede alla nostra organizzazione commerciale raggruppiamo nel seguente prospetto ~e percentuali delle ditte dedite al commercio al minuto a seconda: a) della -BiblotecaGino Bianco

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