intorno al problema, che avrebbe fatto insomma qualcosa per scuotere l'incredibile indifferenza. Nel nostro paese, invece, si butta nel lago il sasso di un articolo o di un'interpellanza, i cerchi si allargano, un ministro scrive una lettera: ed è tutto. Forse noi siamo degli incorreggibili illuministi: sta di fatto, però, che • gli altri paesi, quelli nei quali s111 « mercato degli alani » si sarebbe creata una « so·cietà » con la partecipazione di vecchie signore, hanno una democrazia efficiente, e noi abbiamo appunto il « mercato degli alani», o peggio anco,ra, il problema del Mezzogiorno. Ancora, nel suo viaggio Sylos Labini ha notato la decadenza dell'attività artigianale: a questo proposito egli scrive addirittura che la situazione che si ha innanzi agli occhi fa pensare alle pagine di Adamo Smith o di Carlo Marx sull'Inghilterra tra il XVIII e il XIX secolo! « Molte attività artigianali sono in crisi. .. : calzolai (scarpe fatte a macchina), carrozzieri e sellai (autocarri), carbonai e produttori di carbone vegetale e di legna (gas in bombole prodotto da varie società: Pibigas, Butangas, Agipgas) ». Ma gli autocarri si producono nel Nord; i gas in bombole provengono dal Nord ... e si potrebbe continuare per un pezzo. Qui c'è un fatto che i meridionalisti di trent'anni fa già denunciavano e che è venuto assumendo ormai proporzioni impressionanti: il Nord continua a fare la sua rivoluzione industriale a spese del Sud. Gli ottimisti replicavano allora che per un naturale gioco di forze la situazione si sarebbe riequilibrata. Il risultato è stato, invece, molto diverso: trent'anni, quarant'anni fa i contadini del Sud pagavano per tutti gli inverosimili protezionismi che i « trivellatori » erano riusciti ad inventare. Oggi continuano a pagare, e in più il crescente processo di industrializzazione sta spazzando via anche il loro povero artigianato. Forse Sylos Labi11i è troppo sbrigativo nel giudicare che cc sperare i11 una ripresa dell'artigianato del Sud è una pietosa illusione » e che l'artigianato è « un elemento di regresso, non di progresso». Egli vede le cose muovendo, forse, da un'esperienza troppo risoluta e si lascia eccessivamente trasportare da modernissime ideologie econo·miche e non dà sufficiente attenzione a concrete realtà economiche, politiche ed umane. Non solo vi sono• categorie artigianali (ad esempio il cosiddetto artigianato di « servizio ») che esistono in tutte le società e non sono, eliminabili, ma lo stesso artigia11ato cc artistico », se convenientemente aiutato, non è affatto condannato a morire o ad essere una passività economica (cfr. Nord e Sud, 1, pp. 42-46). V'è una politica per l'artigianato meridionale, e chi vagheggi per il nostro paese una democrazia sana ed articolata deve tenerne conto. In ogni modo questa distruzione che oggi è in atto dell'artigianato meridionale è un fatto assolutamente passivo, poichè ad essa non si accompagna alcuna costruzione: e qui si deve richiamare ancora una volta l'attenzione sulle dimensioni politiche del problema. Perchè quella distruzione Bibloteca Gino Bianco
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