Nord e Sud - anno II - n. 5 - aprile 1955

cupazione qual concetto debbano essersi fatti dello Stato italiano i padroni e gli operai della filanda. È evidente che per i primi lo Stato è il solito distributore di ricchezza e di privilegi, da sfruttare al massimo; pei secondi, invece, noi temiamo che uno Stato il quale consente che in un'azienda, che bene o male lavora per lui, si paghino salari di fame, salari che sono nella maggior parte dei casi • al disotto della metà del minimo,, un tale Stato debba apparire anch'esso uno sfruttatore. Si obietterà che da parte dei lavoratori questo sarebbe un ragionamento sèmplicistico: ammettiamo che lo sia; ma come persuadere chi guadagna 300 lire in luogo delle 800 che gli spetterebbero che lo Stato è innocente? Si badi bene che in questo fatto in apparenza così particolare e piccolo v'è un grande problema: nel nostro secolo lo Stato liberale non può essere un automa indifferente, che assicura certi servizi fondamentali soltanto. Con ciò non si propone nessuna dottrina rivoluzionaria, ma si fa semplicemente ricorso all'esperienza di altri paesi democratici, all'esperienza d~l nostro stesso paese: in effetti lo Stato liberale italiano ha rifiutato di essere un automa indifferente, ha accettato il principio dell'intervento. Ma allora perchè lo Stato che interviene in Sila non fa altrettanto a Gioia del Colle? Perchè il contadino che si vede assegnare la terra conosce qualcosa di cosi profondamente diverso di quel che conosce l'operaio della filanda di Gioia del Colle? La verità è che o si fa una politica unitaria nel Mezzogiorno o si affossa la democrazia nel Mezzogiorno. Un altro fatto che Sylos Labini ha trovato in tutto il suo viaggio è · quello già denunciato da Gaetano Salvemini e da lui stesso nel Mondo: il ; mercato dei pastorelli. Anche qui noi vorremmo lasciar da parte ogni considerazione moralistica e fermarci al punto politico della questione, che è I la stessa di prima. Questo mercato degli «alani» potrà ben apparire necessario oggi agli uomini che fanno parte di una società del tipo di quella meridionale: ma che valore ha mai tale necessità? La famiglia che è costretta a dare a nolo un figlio giovinetto potrà anche trÒvare un vantaggio econo ... mico nell'operazione, ma non potrà certo riconoscersi in una società nella quale avvengono queste cose. Si mettano pure via tutte le ribellioni morali che nel nostro animo - come in quelio di ogni persona dotata di qualche umanità - un fatto del genere fa nascere: ciò non toglie nulla alla considerazione obiettiva che abbiamo innanzi una struttura marcia, che bisogna affrettarsi a tagliare via se si vuole che l'infezione non si comunichi ad altre strutture ancora sane. Quello che è deprimente in un tale problema non è forse neppure una certa lentezza di riflessi nell'intervento dello Stato; è il disinteresse della « classe generale», l'accettazione da parte dei più (degli altri, si badi bene, non di quelli che sono protagonisti della vicenda) di questo fatto come di una necessità ineluttabile. In altri paesi - in Inghilterra, ad esempio, per non uscire fuori dell'Europa - si sarebbe costituita una «società», che avrebbe raccolto fondi, iniziata un'agitazione d'opinione [37] Bibloteca ·Gino Bianco

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