... gionali come un fatto di interesse soltanto locale, alla stessa stregua delle elezioni amministrative in un qualsiasi piccolo comune degli Appennini. Per il momento in icui esse si devono tenere, per la congiuntura politica particolare, queste elezioni regionali siciliane acquistano un rilievo singolare, che sarebbe inutile fingere di ignorare: considerate le cose da questo , punto di vista, certi atteggiamenti della Democrazia Cristiana dimostrano, a dir poco, una scarsa_sensibilità del periodo politico in cui siamo entrati, e dei suoi problemi. Prima, tuttavia, di affrontare la questione nei suoi termini politici attuali, varrà, forse, la pena di fermarsi a considerare brevemente le vièende elettorali siciliane degli ultimi anni e le fortune dei vari raggruppamenti , politici, per vedere come si pongono per il più recente passato i dati elettorali dei problemi di oggi. Se si considera lo schieramento di destra in Sicilia, si vedrà che questo, tra .il '46 ed il '48, presenta qualche differenza rispetto all'analogo schieramento nel Mezzogiorno continentale: già nel '46 vi è nell'isola una più massicèia presenza della destra, che riesce a reclutare circa un quarto (24,14%) del corpo -elettorale, contro il quinto (20,78%) reclutato nelle altre regioni meridionali. Ovviamente il fenomeno separatista, ossia un fenomeno tipicamente isolano, è da riconoscere come la causa prima di ciò; sbagliere·bbe tuttavia chi credesse che nel separatismo era la sola causa. I risultati del '48 confermano infatti che la destra sici-- liana è assai più coriacea di quella del Mezzogiorno co~tinentale: mentre infatti quest'ultima nel terremoto elettorale del 18 aprile perde la metà dei suffragi (riducendosi al 10,53% dei voti), la destra siciliana ne perde· solo poco più di un terzo (restando ferma al 15,200/4),ad onta del rapido declino del separatismo. E nel '48 sarà il P.N.M. ad affermarsi come il più forte partito di destra, raddoppiando il numero dei voti presi nel '46 come « Blocco della Libertà» (1'8,88%,contro il 4,18% di due anni prima), men- . ~ tre il M.S.J., che pure è alle sue primissime prove, prende il 3,16% dei voti. Anche qui un confronto coi risultati del Mezzogiorno continentale può riuscire abbastanza interessante: il P.N.M. è nettamente più forte ii1 Sicilia che nel continente, mentre il M.S.I. è appena un poco più debole. Queste molteplici divergenze di gradi, pure in un quadro in cui le linee sono abbastanza simili, sembrerebbe· provare che il votcf di destra in Sicilia è essenzialmente il voto di un blocco agrario più res~stente di quello del Mezzogiorno continentale. Bibloteca Gino Bianco
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