Nord e Sud - anno II - n. 5 - aprile 1955

va certo lontani dal vero supponendo che almeno 4 mila delle 11 mila trattrici in uso nel Mezzogiorno siano di imprenditori contadini, e così pure almeno 500 mila capi bovini sul milione e 200 mila, e 800 mila capi equini sul milione e 200 mila totali. Non siamo, cioè, lontani dal constatare che è in mano dei contadini-. proprietari, coltivatori diretti o imprenditori legati a contratti agrari - oltre la metà delle consistenze di capitale agrario del Mezzogiorno e delle Isole. Quanto alla consistenza della terra comperata dai contadini del Mezzogiorno in quest'ultimo mezzo secolo, non si va probabilmente lontani dal vero supponendo che, dei 3 milioni circa di ettari di superficie coltivabile, oggi di proprietà dei contadini, 1.500 mila siano di vecchia formazione, risalgano cioè al secolo scorso o ad epoca più antica, e l'altro milione e mezzo di ettari sia stato acquistato, per un terzo nel periodo precedente la prima guerra mondiale, per un terzo in quello precedente la crisi del '30, e per il rimanente negli ultimi vent'anni (11 ). Sebbene molta sia ancora la str~da da percorrere, storicamente l'evoluzione può già considerarsi così conchiusa: i contadini sono divenuti imprenditori e i proprietari redditieri. È ora giunto il momento di trarre le conseguenze da questo fatto. Quali debbano essere queste conseguenze è, tuttavia, lungo da dire; e bisognerà, perciò, rinviare il discorso a un successivo articolo. ( 11 ) L'unico dato, che si basa su dj un'indagine effettiva, è quello relativo alla formazione di proprietà coltivatrice nel primo dopoguerra (indagine eseguita dal1'I.N .E.A., sotto la guida di G. Lorenzoni - vedi sua Relazione finale, pubblicata dal1'I.N.E.A., Roma, 1938, e una larga mia recensione ripubblicata nelle mie « Note di economia e politica agraria», Roma, 1949). GH altri dati rjsultano da induzioni e congetture variamente basate. . Bibloteca Gino Bianco

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