.... confini e dei diritti e con la liquidazione degli usi promiscui non ha rappresentato soltanto la premessa a qualsiasi sviluppo dell'agricoltura, ma, per . esser stata appunto realizzata da parte di una classe nuova e intraprendente, ha significato anche il passaggio di una gran parte della prop.rietà terriera nelle mani di coloro che soli erano allora capaci di iniziativa economica. I borghesi meridionali, che, attraverso molteplici vicende, con tutti i mezzi, leciti e illeciti, si appropriarono nei primi due terzi del secolo della maggior parte delle terre, erano spesso i più capaci imprenditori agricoli del tempo - pastori, massari, contadini più esperti e fortunati - o abili commercianti (in grano, lane, vino, olio); e furono loro a guidare tutte le innovazioni, seguiti talvolta e non seguiti più spesso da quegli altri nuovi proprietari che provenivano dalla toga, dall'amministrazione o dall'usura, oltrechè dai residui proprietari appartenenti alla nobiltà. A mano a mano che il regime della stabile proprietà privata si consolidò, prima di diritto e poi di fatto, nelle provincie meridionali, ·finalmente si consolidarono anche, in zone sempre più vaste, le imprese e le aziende agrarie. I regimi fondiari precedenti non avevano visto nel Mezzogiorno e nelle Isole, se non per eccezione, imprese che non fossero precarie e instabili. La più stabile e continuativa delle imprese era stata, in un certo senso, l'impresa pastorale che per sua natura non ha una sede fissa. Con l'affermarsi delle nuove condizioni, viceversa, nascono, con caratteri ben definiti di stabilità, da un lato le « masserie >> cerealicolq-pastorali delle zone estensive, dall'altro i fondi arborati - uliveti, mandorleti, vigneti, agrumeti - impensabili laddove non c'è certezza del diritto e· proprietà privata. Quante siano le « masserizie )) nell'Italia Meridionale e nelle Isole, e ancor più quante fossero un tempo (prima che nuovi ordinamenti prendessero il sopravvento su molte terre), certo nessuno ha calcolato; ma non si va forse lontani dal vero supponendone almeno una ogni due-trecento ettari su quei due o tre milioni di ettari che. certamente sono passati attraverso questa forma di organizzazione della produzione nei cent'anni che hanno preceduta la prima guerra mondiale. Otto, dieci mila « masserie )), con i loro caseggiati padronali, le loro stalle, i loro magazzini, le « cafonerie )), le casette dei salariati fissi, i recinti per il bestiame, gli « stazzi )) per le pecore, i fontanili e le staccionate, tutto quell'insieme di attrezzature cioè che, più o meno sviluppato, caratterizza questo tipo di semplici aziende __ agrarie, sono state create in massima parte nello spazio di pochi decenni tra il 1800 e il 1880, con un investimento che risulta imponente anche a chi BiblotecaGino Bianco
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