corrispondere ad un'agricoltura così caratterizzata e ad un regime politico . · e sociale appena uscito dalle forme feudali e dominato dal disordine amministrativo, dalla penuria di capitali e dalla generale miseria. Dire che essi fossero dei rapporti servili è per lo meno inesatto perchè, se è vero che tra contadini e proprietari - per dirla con Franchetti (6 ) - non si erano « interrotte le tradizioni del servaggio >>, mancava quella relativa stabilità che è propria dei regimi servili. Per il Mezzogiorno agricolo all'inizio del secolo scorso si poteva piuttosto dire che quel che lo stesso Franchetti diceva della Basilicata e Calabria del 1874 e cioè che, « se non fosse una contraddizione in termini, l'agricoltura era ancora allo stato nomade >> e i rapporti caratterizzati da una tale precarietà e mobilità da non consentire la definizione di figure stabili, di stabili contratti; e da far sì che « la condizione dei contadini fosse quella di un paese dove l'offerta di braccia fosse grande in confronto della domanda ». È partendo dal riconoscimento di questa gravissima situazione iniziale che bisogna giudicare la profonda trasformazione delle campagne meridio-. nali nel secolo scorso : trasformazione che era già avviata a mezzo il secolo, anche se il progresso appariva, a chi per la prima volta si accingeva a studiare la realtà, trascurabile rispetto alla generale miseria o a quello che contemporaneamente si osservava altrove. Non è certo questo il luogo per. abbozzare la storia di quella trasformazione, che non è stata ancora compiutamente scritta e sulla quale il giudizio corrente non sembra positivo. Tuttavia, per rispondere al tema di questo articolo non si può non accennare ai tre aspetti fondamentali di quella trasformazione : nel regime della proprietà, nella organizzazione dell'agricoltura, nella condizione dei lavoratori. L'acquisto della proprietà della terra da parte della borghesia meridianale è stata, a mod·o suo, una grande impresa. Il regime fondiario precedente, con la prevalenza .della proprietà ecclesiastica e nobìliare, con la confusa situazione derivante dal regime degli usi civici e dalla incerta situazione dei vasti beni demaniali, sia comunali che regi, rappresentava una situazione aperta a tutti gli abusi e nello stesso tempo contraria alla stabilizzazione di qualsiasi tipo d'impresa e di qualsiasi iniziativa di trasformazione. La costituzione di un regime di proprietà privata con certezza dei ( 6 ) L. FRANCHETTI: Condizioni economiche e amministrative delle provinci,e napoletane, _in « Mezzogiorno e colonie», Fjrenze, 1950, pagg. 71, 72 e 87'. Bibloteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==