Le famiglie agricole nel Mezzogiorno e nelle Isole erano nel 1936 all'incirca 1.150.000, delle quali 450 mila nelle zone estensive e 700 mila circa nelle intensive. Non si è probabilmente lontani _dalvero supponendo che nelle zone estensive siano interessate ai contratti argrari in modo esclusivo o prevalente almeno 120.000 famiglie (27% circa) e in modo secondario o accessorio altre 150.000. Analogamente per le zone inten~ive si può considerare attendibile un calcolo che ne attribuisca 200 mila al gruppo di quelle interessate ai contratti in modo esclusivo o prevalente (30_% circa) ed altre 200 mila a quello delle interessate ad essi in modo secondario o accessoriq. Quasi il 60% delle famiglie agricole del Mezzogiorno e delle Isole sono, perciò, interessate ai contratti agrari e questo _dato più degli altri sta ad indicare come questo problema sia veramente centrale per l'avvenire di • • queste reg1on1. *** Questa che abbiamo descritto è la situazione attuale. Come ci si è arrivati? Qual'era la situazione in passato? Il Mezzogiorno agricolo all'inizio del secolo scorso era - e ce lo dimentichiamo spesso -- molto diverso da quello di oggi. La popolazione er~ pari appena al 40% dell'attuale. La superficie coltivata di oltre un terzo inferiore. Il regime della proprietà incerto e confuso. Assolutamente prevalente la coltura estensiva e la pastorizia. Le colture arboree specializzate estese appena su di un quinto della superficie che oggi ricoprono. Il rapporto tra coltura estensiva e intensiva in parti-colare era ben diverso dall'attuale. In gran parte gli oliveti, vigneti, agrumeti, frutteti e in generale le culture intensive, che oggi rendono meno povero il Mezzo- •giorno, allora non esistevano. Il nucleo campano di queste colture, pur esistendo, era molto più ristretto e meno intensivo; il nucleo attorno a Bari, le strisce costiere di Puglia, Calabria e Sicilia erano, per così dire, l'ombra di quel che sono oggi. D'altra parte nelle zone ad agricoltura estensiva i pascoli occupavano la più gran parte delle terre migliori e le pecore, malgrado la primitività degli ordinamenti pastorali, erano del 50_% più numerose, mentre la produzione cerealicola, esercitata su di una superficie minore e con molto minori rese unitarie, era del 50_% inferiore a quella _dioggi. _Irapporti sociali delle campagne erano, perciò, quelli che soli potevano Bibloteca Gino Bianco
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