Nord e Sud - anno II - n. 5 - aprile 1955

ovviamente agli ·articoli ,che via via compariranno su Nord e Sud; ma si può già dire qualcosa sulle tesi principali sostenute dall'amico di Catania: I) è impossibile parlare della democrazia universitaria nel Mezzogiorno non inserendola in un quadro nazionale, nè si può sostenere che esistano a Sud di Roma deficienze e immaturità politiche più gravi; 2) il fatto che alcuni 00.RR. delle sedi meridionali non aderiscano all'U.N.U.R.I. non prova nulla, nè si può parlare di un'azione seria dell'U.N.U.R.I. atta a migliorare . . la situ azione delle sedi meridioinali ( e he sarebbe florida di per sè); 3) g·li universitari cattolici non mostrano nel Sud atteggiamenti reazionari e trasformistici, nè tanto meno simpatie per 'le destre. I) Sul criterio generale mi trovo d'accordo e l'ho rispettato nel mio articolo, ove insisto appunto nel dare una grande importanza al fatto cc unitario» realizzato dall'U.N.U.R.I., e al conseguente, costante e fruttuoso incontro che in essa si realizza ·fra gli universitari del Nord e del Sud. Ma proprio in questa prospettiva più ampia divengono ancor più chiare le deficienze degli 00.RR. meridionali: io non le ho date per presupposte, nè mi son servito di questa analisi di alcun testo cc letterario» (per quanto ribadisca qui il valore della << letteratura meridionalistica »). Anzi tutti i giudizi severi che Auteri mi rimprovera sono tratti, e lo si vedeva nell'articolo, direttamente dalle relazioni presentate al Convegno di Napoli, al quale parteciparono i rappresentanti di tutte le sedi meridionali, che approvarono con entusiasmo tali relazioni. E allora? Ma venendo anche ai fat~i concreti, è vero o no, e mi limito ad alcuni esempi, che nel '52 a Bari e Cag1liari non esisteva O.R.? che a Napoli le elezioni non sono 1nai avvenute alle scadenze regolari? che il C.U .S.I. esercita la sua azione eversiva specialmente nel Sud? che i voti neofascisti sono più numerosi? che le interviste « d'Alfonso » avvengono a Sud di Roma? E, quanto alla sede di Catania, proprio quel che Auteri dice dei gruppi goliardici dissoltisi in malo modo, non è indice di crisi? Io sono tutt'altro che alieno dal riconoscer lo. 2) È vero: nel mio articolo c'è un e1Tore: Catania nel '52 non era ancora fuori dall'U.N.U.R.I.; ne ·uscì dopo. Purtroppo però Auteri stesso dice, nel correggermi, che si tratta di un semplice « riferimento cronologico e non causale ». In effetti Catania fu sempre assai tiepida verso l'U.N.U.R.I. e la lettera di Auteri lo dimostra a sufficienza. Anzi dice che l'uscita di Catania dall'U.N.U.R.I. non prova nulla, circa l'immatt1rità politica di quella sede . . Qui sta l'errore capitale. E proprio l'accostamento a due sedi del Nord (Pa-- dova e Milano Politecnico) per giustificare Catania lo illumina meglio . .Si insiste nel giudicare l'U.N.lJ.R.I. con criteri angusti, retrivi e meschini. « L'U.N.U.R.I. non fa attività; dov'è il lavoro concreto? ... si spende troppo, si fanno troppi viaggi ... » furono le stesse critiche del C.U.S.I. nel denigrare l'U.N.U.R.I.; sono ·oggi le accuse dei neofascisti. E su queste posizioni si son mantenute Padova e Milaino Politecnico. Si dimostra così l'assoluta \ BiblotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==