Era diminuito o addirittura svanito il pericolo che per i Savoia rapp!ese11tavano le ambizioni degli Aosta; erano maturate ormai completamente in campo estremista le conseguenze della scissione di Livorno e della fondazione del partito comunista; si era aperto all'Italia un gioco internazionale con una vasta gamma di possibilità; erano presenti ancora molti uomini della vecchia guardia che avevano dato al Re molte prove del loro personale e devoto attaccamento: pochi in campo democratico credevano che Vittorio Emanuele ritenesse effettivamente conveniente continuare u11 esperimento come quello fascista, il quale già scopertamente si avviava per le vie dell'avventura. E bisogna poi ricordare che più volte il Re - tramite personaggi della corte - aveva dato ad intendere che si potesse sperare in un suo mutamento di rotta. Fu soltanto dopo 1a sua risposta incredibilmente crudele e cinica ai rappresentanti dei combattenti che venivano a recargli notizie dei deliberati del loro Congresso di Perugia (nel quale erano passati alla opposizione), che tutti si resero conto della irrecuperabilità del Re alla causa della libertà. Ma proprio nella misura in cui gli oppositori erano convinti della ineluttabilità di una finale, completa disfatta, questa loro assemblea, questo severo e sereno lavoro, svolto mentre fuori risuonavano i fragori della mischia e le urla minacciose, acquista un sapore solenne e profetico; e la raccolta dei discorsi che in quella riunione si tennero assume veramente il valore - nella prospettiva dei tre decenni - di una feconda indicazione politica. FUNco Rizzo • • Bibloteca Gino Bia-nco
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