Nord e Sud - anno II - n. 5 - aprile 1955

ideato Amendola, il relatore parlò della necessità di un'azione che oggi si chiamerebbe n~wdealista (1 ). E~li, pur tenendo conto delle nuove esigenze del lavoro e della sua organizzazione che si erano rivelate nel dopoguerra quasi dovunque, affermava che, sebbene si dovessero ammettere nuovi organi capaci di chiarire e facilitare i rapporti di lavoro, andava tuttavia tenuta ferma in tutta la sua estensione e con severa intransigenza la libertà contrattuale e di sciopero, oltre quella di organizzazione dei sindacati; e che soltanto potevano avanzarsi riserve di fondo in tema di astensione dal lavoro dei funzionari di pubblici servizi, ciò che del resto anche Turati aveva spesso ripetuto. C'è una parte del discorso di Ruini in cui ·si leggono frasi come questa: << L'Unione Nazionale apprezza l'enorme importanza del movi111e11tsoindacale ed è disposta ad essere uno dei partiti cui la confederazione d~l lavoro può affidare la difesa dei princìpi, senza cui quel movi-- me11tonon può esistere... La mentalità democratica, non più razionalista e individualista, ma da un secolo improntata a criteri di storicismo e di socialità, respinge il luogo comune di una sua incomprensione del feno11.1ensoindacale >>. ( 1 ) C'è un punto della relazione che, se sufficienten1ente sviluppato avrebbe potuto esserne politicamente il momento centrale e basilare, ma che, pur così com'è accennato, conviene non trascurare: << L'Unione Nazionale non è un partito di classe in senso stretto. È aperta a quegli elementi di avanguardia della borghesia capitalistica che non chiedono ad immoti privilegi o a favori dello Stato il loro posto al sole e adempiono ad un compito che è sostanzialmente di creare lavoro, ossia combinazioni e condizioni di lavoro, ma essa è composta prevalentemente di elementi del ceto medio, professionisti, tecnici, lavoratori intellettuali, che, se hanno alcuni caratteri sociali di borghesi, sono di fatto però dei lavoratori, appartengono anch'essi alle schiere del lavoro e si distinguono dai fratelli del lavoro manuale, più ancora che per gli interessi materiali perchè possono più facilmente levarsi a considerazioni più generali dei compiti della società e dello Stato. L'Unione Nazionale tenta di saldare insieme in una unica formazione politica gli elementi della borghesia lavo-- ratrice del Nord, passati attraverso il vaglio delle lotte economiche con quelli più diffusi e meno distinti economicamente del Mezzogiorno, che per gli interessi della sua trasformazione è portata ad orientamenti democratici piuttosto che conservatori. Solo formando una salda compagine di democrazia borghese, che sia in grado di trattare alla pari con i partiti della democrazia operaia, si rende possibile la ripresa democratica in Italia». Bibloteca Gino Bianco

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