Nord e Sud - anno II - n. 5 - aprile 1955

del bilancio nazionale - mise in discussio11ela politica dell'on. De Stefani. Venuti al potere con il programma di stroncare il parassitismo, il regime e De Stefani finirono col lasciarsi ipnotizzare dalla ben nota formula del produttivismo. -Meucci~--R~ini. dedicò ··pait~ della sua relazione all'azione del regime nel Mezzogiorno: questione su cui si era spesso soffermato, e continuò ~1 soffermarsi ancora per qualche me~ (fin quando cioè il fascismo lo permise), sulle colonne del Mondo. Egli aveva già dimostrato volta per volta l'artificiosità delle conclamate provvidenze del governo per il Mezzogiornc): e no11solo dimostrava come con il suo insufficiente programma di lavori pubblici, il regime contraddicesse una ennesima volta se stesso, svela11dola propria fisionomia classista; ma rilevava poi come neppure questo progran1ma venisse in realtà effettuato. In verità, constatava Ruini, il fascismo con la sola sua presenza politica nella vita del paese aveva aggravato i mali tradizionali del Mezzogiorno: e, per restare in un settore fra i più delicati della questione meridionale, il relatore soffermandosi sui problemi della pubblica istruzione, metteva in rilievo i danni che derivavano dalla soppreillone di scuole elementari, dalla prevalenza dell'indirizzo classico nelle scuole secondarie, dall'insufficienza dell'istruzione tecnica e professionale. Si soffermava poi sulle tradizionali lacune dell'edilizia scolastica e sulla mancata intensificazione della lotta contro la malaria. Ed infine constatava la continuazione del danneggiamento sistematico di queste regio11i con la politica doganale e tributaria, le cui conseguenze si rivelavano soprattutto in questioni come quella dei fertilizzanti. << La questione meridionale - proseguiva Ruini - apparve volta a volta nel mobile schermo delle formule di moda, questione di sgravi fiscali, poi di facile credito, poi di lavori pubblici, poi di rimboschimento, poi di emigrazione. Ogni formula unilaterale ha qualcosa di vero: ma da sola abbaglia e non basta. E bisogna contenerle, contemperarle, integrarle assieme; nè si scorge il più lontano segno di una visione coscie11te e sicura in questo governo troppo scarso di capacità tecniche e troppo ardente di faziosità locale». Suggeriva quindi un piano di potenziamento dell'industria meridionale dell'alimentazione ed un riordinamento della politica dei lavori pubblici cl1e doveva essere preceduto da una programmatica costituzione di porti, i1npianti idroelettrici, irrigazioni e bonifiche. Sulla base di quanto aveva già BiblotecaGino Bianco

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