Bra le questioni che si impòneVa110con urgenza per la definizione programmatica dell'Unio11e Nazionale, Ruini affrontò qt1ella dei rapporti fra democrazia liberale e democrazia sociale, differenziazione cara alla classe dirigente di allora (e che talvolta oggi udiamo riecheggiare). Ruini trova assurda la distinzione, dato l'avvenuto risveglio delle gra11di masse operaie e del principio di riscossa politica del mondo_ contadino. Soprattutto quando si affrontavano problemi come quello del Mezzogiorno, si vedeva come queste distinzioni non resistessero neppure più alla logica: L'Unione Nazionale - affermava Ruini - pone come fulcro centrale del suo indirizzo che tutte le libertà, quelle politiche come quelle economiche, sono solidali fra loro. Su questo tema si svolgeva in sostanza la relazione di Papafava: « perchè la libertà politica non resti un puro criterio formale è necessario che i cittadini, che i popoli... sappiano e vogliano svolgere una propria iniziativa politica. Ecco in qual senso il liberalismo presuppone la democrazia, e la democrazia, se non vuole essere la tirannia di una determina~a maggioranza in una data epoca, non può manifestarsi che adottando il metodo di governo liberale»; e proseguendo in questa interpretazione del liberalismo come metodo così continuava: << astrattamente non dovrebbe esistere un partito liberale o un partito democratico, perchè tutti i partiti in quanto accettano il metodo po~itico della libera persuasione per sviluppare la propria iniziativa, dovrebbero essere liberali e democratici. Il nostro paese è ancora lontano da questo ideale e ciò giustifica la costituzione di partiti liberali e democratici che si battono, non tanto per un preciso interesse e per una finalità ideale, quanto per creare in Italia le condizio11i giuridiche che acconsentano una civile lotta politica ... questa è appunto la finalità di tutti i partiti dell'Aventino. Questo comt1ne ideale è appunto iì saldo vincolo dell'unità aventiniana. La tanto derisa omogeneità del1' Aventino ha un profondo significato. Se partiti diversi si trovano uniti nella difesa della libertà, vuol dire che anche in Italia si comincia a comprendere che alcuni princìpi liberali e democratici no11 debbono essere monopolio di un solo partito, ma patrimonio comune a tutti i partiti di un paese civile. Per questo l'Aventino è il primo germe dell'Italia moderna». Altra severa difesa dell'Aventino fu pronunciata da Enrico Molè, mentre Mario Vinciguerra giungeva a scorgere nella borghesia un desi-- ~ - ----· •.... - - -·- ...... _,.il!._ .._. _ ,,,... -- ... _ ,_ • [rio] Bibloteca Gino Bianco
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