E più oltre: « Ora accade che quando si intende ciò che è il fascismo e non si diventa fascisti, si diventa necessariamente antifascisti con una sola mente ed un solo animo. Così sabato sera (il 20 giugno 1925- n.d.r.) all'ultima ora, l'opposizione dell'aul~ è stata cpstretta a divenire Aventino di fronte alla legge sulla stampa>>. Di fronte al problema fondamentale del rapporto fra autorità e libertà, concludeva Amendola, non esistono che due posizioni: fascismo ed antifascismo. Ed è ancora nella prefazione di Amendola al volume degli atti del Congresso (1 ) che si trovano riassunti tutti i temi del convegno, affrontati ciascuno con una originale e netta soluzione. Da un esame di vasto respiro delle conseguenze della guerra e della rivoluzione sovietica, Amendola faceva scaturire la necessità di un'integrale revisione delle forme in cui appariva irrigidita la vita pubblica. Egli constatava innanzitutto il fallimento dell'interventismo democratico, dovuto al fatto che << i popoli non hanno ratificato l'operato di quella direzione politica degli Stati che li condusse improvvisamente e senza possibilità di difesa di fronte alla catastrofe del 1914 e che non ha saputo poi condurli alla pace>>.Da ciò era nata la grande pressione esercitata dalle masse sulle strutture politiche; essa aveva spaventato quella plutocrazia che mirava ad identificarsi con lo Stato, così che la lotta di classe divenne più esplicitamente lotta contro lo Stato; fu infatti allora che il grande capitale industriale e terriero ritenne lo Stato contemporaneo impreparato a quel compito di violenta difesa di classe che esso voleva assegnargli. Da ciò molti furono indotti a considerare inadeguati i princìpi fondamentali del liberalismo e della democrazia. Amendola, al contrario deduceva, da un attento studio della storia postunitaria_, che in realtà non si poteva parlare neppure di un'avvenuta integrale assimilazione di quei princìpi da parte della coscienza popolare e della stessa classe dirigente. Compito - dunque - dell'Unione Nazionale era di elaborare, proprio nel mon1ento di maggiore incandescenza della crisi democratica, una concezione moderna dello Stato. Che l'antidemocrazia del regime non fosse un motivo originale, ma l'ultima manifestazione di un secolo di critica antidemocratica, non fu ( 1 ) Per una nuova democrazia (relazioni e discorsi al I Congresso dell'Unione Nazionale), Roma, 1925. Bibloteca Gino Bianco
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