Nord e Sud - anno II - n. 5 - aprile 1955

considerato « una grande conquista rivoluzionaria della storia d'Italia di fronte ai suoi antecedenti secolari ». E poichè riconosceva che effettivamente, più che di un processo creativo scaturito dalla coscienza popolare, si era trattato di « uno sforzo di antiveggenza, di elargizione, di donazione da parte di un manipolo di uomini superiori>.), e che tale carattere si era fedelmente rispecchiato nello Statuto e nel godimento delle pubbliche libertà, faceva da questa interpretazione scaturire di necessità un impegno etico-politico: che doveva esprimersi nello « sforzo di allargare potentemente verso le classi lavoratrici le basi su cui poggia l'ordine democratico». Soltanto questa poteva essere la vera soluzione del problema di una « ampia e più definitiva attuazione dei princìpi democratici al riparo dalle sorprese e dai ritorni offensivi che l'esperienza ha dimostrato e dimostra possibili>>; mentre appunto una tal soluzione richiedeva nel contempo un impegno di carattere politico-giuridico diretto a « collocare la vita democratica del popolo italiano entro la solida inquadratura di uno stato di diritto, capace di garantire la democrazia contro i pericoli del proprio funzionamento e di consolidarla in tal modo nella coscienza storica della nazione italiana >>. Tutto ciò comportava, nel pensiero di molti democratici italia11i, fra cui Amendola, la necessità di una maggiore coesione delle forze politiche del liberalismo democratico. E lunga fu la battaglia che Il Mondo ed il Corrieredella Sera sosten-• nero per giungere a quella federazione di correnti e di uomini politici della democrazia laica che fu << l'Unione Nazionale>>. L'Aventino, secondo Amendola, poteva veramente considerarsi la base dell'Unionismo: era generalmente avvertito <<~l bisogno che per la difesa delle libertà civili e politiche e dei princìpi democratici sorga una nuova grande organizzazione sorretta dalle larghe correnti di pubblica opinione che tale battaglia fuori di ogni ambiguità e di ogni equivoco sono desiderose di sostenere con il loro risoluto consenso». L'appello non cadde nel vuoto; e mentre i <<fiancheggiatori» rivedevano i propri atteggiamenti sotto la sferza sprezzante di Mussolini e prer1-· devano atto della loro graduale estromissione, veniva assumendo aspetti concreti l'impegno unitario di Amendola e dei suoi amici; ed anzi da più parti si richiedeva la trasformazione dell'Unione Nazionale in partito. Dopo che fu sottoscritto il manifesto nel novembre 1924, Il Mondo [102] Bibloteca Gino Bianco

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