Nord e Sud - anno II - n. 4 - marzo 1955

da un eccessivo ottimismo delle autorità australiane circa le possibilità del Paese di assorbire una rilevante massa di lavoratori. Queste capacità sono tuttavia in graduale aumento e non esiste alcun serio ostacolo a che il programma governativo, fondato su di una immigrazione europea di 100.000 unità all'anno, non debba trovare pratica effettuazione. Rivolgendoci al Sud America, troviamo qui due Paesi che sono stati meta tradizionale della nostra emigrazione, in particolare contadina e, quindi, meridionale: Argentina e Brasile. L'Argentina è stata la nostra maggiore speranza nel dopeguerra e le cifre degli emigranti, alte nel 1948, 1949 e 1950 (rispettivamente 78.719; 96.523 e 78.261), rinsaldarono quella speranza. L'Argentina ha difatti sempre accolto con simpatia gli Italiani, i quali non vi trovano alcuna difficoltà di ambientazione. Ma la nuova politica economica perseguita da quel Governo, che in un primo tempo aveva essa stessa favorito una nutrita immigrazione europea per lo sviluppo industriale del Paese, ebbe ben presto a far sentire i suoi effetti in senso negativo sull'entità del nostro flusso emigratorio, date le condizioni in certo modo precarie determinatesi nelle campagne e nelle città, con gravi conseguenze nel settore degli alloggi, scarsi e carissimi, a seguito dell'intenso e rapido inurbamento della popolazione, e con l'inflazione della moneta che rese arduo, come ancora lo rende, il risparmio. Dal 1951 in poi le cifre della nostra emigrazione in Argentina sono andate declinando (55.261 nel 1951; 32.844 nel 1952; 21.313 nel 1953). In questo momento l'economia argentina sembra volta alla ricerca di un nuovo equilibrio; ciò comunque, non fornisce motivo di sperare in una massiccia ripresa del ·nostro flusso emigratorio, almeno nel prossimo futuro·, che è quello che poi maggiormente ci interessa, anche perchè nel settore agricolo, malgrado le promesse contenute nel protocollo aggiuntivo del 25 giugno 1952, non si vedono prospettive valide e promettenti. Per i tentativi di colonizzazione all'interno si deve ricordare l'esperienza dei 600 agricoltori bolognesi, reclutati dalla ditta Borsari, nella Terra del Fuoco a metà del 1948; tale esperienza si è risolta in un completo fallimento e i reduci di essa si trasferirono in buona parte a Buenos Aires, cercando di guadagnare in quella città il pa11equotidiano. Il Brasile, pur non presentando le favorevoli circostanze e condizioni dell'Argentina, pure è stato meta tradizionale della nostra emigrazione. Purtroppo esso non offre larghe possibilità di sistemazione e se ci si attiene Bibloteca Gino Bianco

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