sempre offerto e ancora oggi offre ottime possibilità per la nostra emigrazione permanente e stagionale è la Svizzera, ove già trovano impiego circa 250.000 nostri connazionali. Potrebbero essere raddoppiati se, particolarmente nel settore agricolo, si riuscisse a mettere un po' di ordine, costringendo i datori di lavoro a rispettare gli orari e ad offrire ai propri dipendenti più umane con-dizioni di lavoro e di salario. Nelle odierne condizioni, il meno favorito è l'emigrante contadino che valica le Alpi per un salario di 150 franchi mensili e con la prospettiva di dover lavorare sino a 18 ore al giorno, alloggiando nelle stalle. Condizioni più soddisfacenti esistono negli altri settori di produzione. La Convenzione italo-svizzera in generale non è sfavorevole, se si pon mente alla piena omologazione delle assicurazioni sociali tra i due paesi. Per il Belgio non esistono molte speranze. È chiaro ormai che questo Paese ha raggiunto il punto di saturazione, essendo stato soddisfatto il suo fabbisogno, esclusiv_o,si può dire, di minatori . .Anche della Francia si è detto. Grandi ed ambiziosi progetti di immigrazione furono delineati a Parigi nell'immediato do.poguerra dinanzi alla immane opera di ricostruzione e alla scarsezza di mano d'opera locale. Oggi -purtroppo le cose sembrano mutate. I piani sono stati messi a dormire. Anche qui le condizioni di lavoro sono tutt'altro che facili. La Svezia assorbe un modestissimo flusso di poche centinaia di lavoratori. La Germania, invece, che da qualche tempo ricorre nelle nostre cronache emigratorie, sarebbe in grado, una volta avviato il riarmo, di impiegare ~ano d'opera italiana fino a qualche centinaio di migliaia di uomini. A quali condizioni e in quale ramo di produzione non è ancora ben chiaro. Passando al di là degli Oceani, gli unici due paesi che oggi diano affidamento per la nostra emigrazione e verso i quali un incremento è possibile sono il Canadà e l'Australia. Ciò in special modo dopo che ci è stata chiusa, con la famosa legge Mac Carran, la porta degli Stati Uniti. Australia e Canadà godono difatti, a differenza dei paesi dell'America del Sud, di una. stabilità politica e di un progredito assetto sociale; l'andamento dei mercati di lavoro è metodico e sicuro, il desiderio di un incremento demografico serio e basato su di una necessità di sicurezza politico-militare. È vero che per quanto riguarda l'Australia si è assistito nel 1953 ad una caduta nella cifra degli emigranti (nel 1951 i nostri emigranti furono 17.453;27.089 nel 1952; ma 12.564 nel 1953); ma tale fenomeno è stato causato semplicemente [93] Bibloteca Gino Bianco
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