Nord e Sud - anno II - n. 4 - marzo 1955

migrazione, fin da prima della partenza (e v'è un fatto ancora più grave:· comprendiamo la preoccupazione di alcuni paesi, di evitare infiltrazioni di elementi comunisti e fascisti, ma vorremmo sapere in quale costituzione o codice sta scritto che i carabinieri debbano fornire ai consoli stranieri informazioni riservate sulle opinioni politiche di onorati cittadini italiani: i consolati spagnoli, infatti, si spingono fino ad esigere, accanto a tutti gli altri documenti necessari per il rilascio del visto, una dichiarazione del parroco). Nell'accordo con la Francia, comunque, la lista delle malattie che preclu·dono l'espatrio comprende ben 40 voci. Per quanto riguarda gli assegn,i familiari, essi sono concessi, in via del tutto provvisoria, soltanto per i primi 18 mesi di permanenza in Francia del lavoratore italiano. L'inconve- · niente più serio è dato però dal limite posto alla validità della carta del lavoro, limite che impedisce al lavoratore di cercare altro impiego fuori del dipartimento nel quale è stato introdotto. La scadenza della carta del lavoro dovrebbe portare anche all'automatico ed immediato rimpatrio del lavoratore. Ma quale bracciante del Mezzogiorno si convince al ritorno? Fi~isce nel lavoro clandestino e quindi vittima del padrone che gli concede il salario che meglio gli aggrada, costringendolo a turni di lavoro di 14 ore giornaliere sotto il continuo ricatto della denunzia alla polizia. Quanti dei nostri diplomatici conoscono questa tragedia? Più sconfortante è la nuova legge francese che limita al 10% la percen~ tuale dei lavoratori stranieri ammessi alla produzione: una minaccia quindi di licenziamento, per gli operai italiani che risiedono in Francia •magari · anche da 20 o 30 anni. Tale legge adombra una discriminazione a danno deg-Ii italiani, che sono abitualmente i meno favoriti (lo stesso si può dire del Canàdà, quando si rifletta che dai dati ufficiali, pubblicati dal Ministero canadese d'immigrazione, risulta che il numero degli emigranti entrati in quel paese durante il 1953 ammonta a 171.423; di cui 36.248 tedeschi, 22.081 olandesi, 49.632 di origine brit~nica, 9.012 dagli Stati Uniti.; il rimanente, compresi gli Italiani, dall'Europa meridionale, salvo piccole aliquote da altre parti del mondo; le cifre non necessitano alcun commento). Giova ricordare quanto è stato dichiarato dal deputato francese Pierre Schneiter, incaricato nel maggio 1954 dal Consiglio d'Europa di una missione in Italia per studiarvi il problema della sovrapopolazione con speciale riguardo all'Italia meridionale. Per l'occasione lo Schneiter, nel corso di una conferenza stampa, e Bibloteca Gino Bianco

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