Nord e Sud - anno II - n. 4 - marzo 1955

Ginevra, dal 25 aprile al 9 maggio dello stesso anno 1950, una conferenza preliminare sulle migrazioni ad iniziativa del B.I.T. (Bureau International du Travail), con la partecipazione di ben 25 paesi. Ne vennero fuori nuove raccomandazioni, sia ai paesi d'immigrazione che a quelli di emigrazione, valevoli come direttive di massima, ma infeconde di realizzazioni. Seguirono le consultazioni di Parigi (24 luglio) fra gli esperti dei « Tre Grandi ))' i delegati dell'Italia, della Germania, dell'Olanda, della Grecia, gli enti internazionali preposti a problemi dell'emigrazione, quali il B.I.T. e l'O.E.C.E. Anche queste consultazioni non diedero alcun frutto. Dal 2 al 16 ottobre del 1951 si tenne poi a Napoli la Conferenza delle Migrazioni, convocata ed organizzata dal Bureau International du Travail. I delegati furono numerosi e le discussioni impegnative; ma ancora una volta i risultati delusero. Dietro la diplomazia, più o meno benintenzionata, gli interessi egoi-. stici dei vari paesi d'immigrazione congiuravano a mantenere le barriere. Tipico il caso degli Stati Uniti che, mentre per mezzo dei loro rappresentanti più qualificati hanno semp~e dichiarato e continuano a dichiarare di voler favorire l'emigrazione, in particolare quando ha origine da condizioni di depressione economica e sociale, come quella dell'Italia meridionale, mantengono in vigore la illiberale quota restrittiva, che, per esempio, concede all'Italia soltanto una emigrazione annua di 5802 unità. La recente approvazione del « Refugee Relief Act ))' che prevede l'entrata negli Stati Uniti d'America di altri 45.000 italiani in un periodo di tre anni, è un progresso, ma tuttavia limitato, quando lo si confronti con le reiterate promesse e le sempre rinverdite speranze. Una conferenza si tenne ai primi di dicembre del 1951 a Bruxelles. Ne venne fuori il C.I.P.M.M.E. (Comitato Intergovernativo Provvisorio per i Movimenti Migratori dall'Europa), il cui compito, limitato per statuto ad un anno, doveva essere quello di favorire ed incrementare le correnti emigratorie, offrendo i propri servigi tecnici e finanziari ai governi interessati per la soluzione di problemi particolari concernenti l'emigrazione. In un anno di vita il C.I.P.M.M.E. non riuscì ad attenuare una sola delle barriere che gli Stati di i1nmigrazione tenevano a difesa dei propri territori contro una eventuale « invasione >> di emigranti europei, nè a risolvere alcun problema particolare. Ciononostante il C.I.P. M.M.E., con la semplice archiviazione di qualche lettera dell'alfabeto, fu trasformato in C.I.M.E. e divenne un istituto permanente. Che cosa abbia [77] Bibloteca Gino Bianco

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