ralismo, qualora si riuscisse a dimostrare l'utilità dei servizi resi dalla Confindustria alle aziende I.R.I., tanto più che, molto probabilmente, anche l'eventuale organismo autonomo impiegherebbe parte dei suoi fondi a beneficio di partiti politici, e forse nemmeno sempre - come esperienze recenti ci inducono a credere - a favore dei partiti governativi. Infine, c'è l'argomento che potremmo definire « di principio >> e che è avanzato da coloro i quali intendono sostituire alla gestione privatistica, quale è chiaramente enunciata dallo statuto vigente dell'I.R.I., a torto definito tautologico - ed a cui corrisponde l'assunzione del criterio del massimo reddito aziendale, nel quadro delle finalità proprie alle società commerciali disciplinate dal codice civile, e con esclusione delle direttive non conciliabili con le stesse -, una gestione di tipo pubblicistico, che si proponga invece il perseguimento dell'utile collettivo o sociale. Non sarà il puro e semplice d~staccodelle aziende I.R.I. dalla Confindustria a determinare di per sè un'accentuazione pubblicistica del ~arattere dell'Istituto, ma è certo che proprio quest'operazione può rappresentare il primo passo verso una prof onda modificazione delle sue strutture. Privatismo o pubblicismo : non è una mera questione di nomen giuridico, si tratta di due concezioni ben diverse della funzione delle aziende I.·R.I.; ed anche da un enunciazione sintetica di esse è dato di cogliere le precise implicazioni che ciascuna delle due tesi ha con una particolare soluzione del problema dell'inquadramento sindacale. Il primo criterio, quello privatistico o << economico ))' è stato chiaramente definito da B. Visentini (3 ): << Nelle aziende, in cui lo Stato è presente attraverso l'.I.R.I., lo Stato medesimo svolge il suo intervento unicamente con l'esercizio dei poteri che derivano all'I.R.I. dalla qualità di azionista, ma mantiene e deve mantenere una posizione di assoluta neutralità, sia nei confronti delle aziende medesime, sia nei rapporti fra queste e le aziende non I.R.I... E dovrebbe essere chiaro che neutralità dello Stato non significa soltanto nessun privilegio e nessuna preferenza per le aziende I.R.I., nè fiscale, nè finanziario, nè di speciali commesse od altro (principio sempre rispettato), ma altresì nessun particolare onere pubblico o sindacale e nessun carico pubblico particolare (princ~pio non sempre rispettato) >>. Posizione estrema, ma significativa, è quella del dott. Costa, per il quale ( 3 ) Una fama usurpata, in « Il Mondo», 27 luglio 1954. [66] Bibloteca Gino Bianco
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