Diamo la precedenza agli argomenti di cui si avvalgano i fautori dello • « sganciamento >>. Anzitutto, lo « sganciamento » creerebbe le condizioni fav~revoli per l'instaurazione nelle aziende di Stato di una politica autonoma del personale, nella quale le considerazioni di carattere sociale potrebbero prevalere sui concetti di difesa delle « prerogative padronali >> e di raggiungimento del massimo profitto aziendale. Tale motivo è prospettato dai sindacati operai in genere, anche se poi è palese la tendenza della C.G.I.L. a considerare la nuova situazione che verrebbe a crearsi soprattutto come un'occasione per garantire, in forma più o meno attenuata, il blocco dei licenziamenti; mentre la C.I.S.L., da parte sua, mostra di avere orizzonti meno angusti e sezionali. Infatti, secondo l 'on. Pastore, la nuova politica sindacale dovrebbe imperniarsi sul miglioramento delle relazioni umane nelle aziende, sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione tecnica, e, per quanto attiene al trattamento economico, sull'adozione di quel salario « produttivistico » per il quale la Confederazione si batte da quattro anni. Se si pone mente al fatto che la politica contrattuale si svolge, in Italia, per unità fortemente accentrate, non è chi non veda quali possibilità di azione sindacale siano ' implicite nel raggiungimento di una completa autonomia da parte delle aziende I.R.I. In secondo luogo, si insiste sulla considerazione che le aziende I.R.1. pagano alti .contributi alle associazioni padronali, contributi che notoriamente non vengono usati soltanto a fini sindacali, ma devoluti anche, ed in larga misura, al finanziamento di partiti politici. L'importo annuo di tali contributi è stato diversamente valutato: nella misura di un miliardo e 400 milioni dalla C.G.I.L. (1 ), ed in mezzo miliardo da E. Rossi ( 2 ). Ma, se a quest'ultima cifra si aggiungono i 200 milioni annui forniti dalle aziende a partecipazione statale no1i appartenenti al gruppo I.R.I. (F.I.M., Demanio), nonchè i contributi straordinari, le due valutazioni non ci appariranno più tanto contrastanti. Si tratta comunque di un inge11te apporto finanziario, che lo Stato, in ultima analisi: i contribuenti, fornisce alle organiz- ~azioni padronali, mentre osserva una rigorosa neutralità nei confronti delle organizzazioni dei lavoratori. L'argomento risulterebbe però viziato di mo- . ( 1 ) Intervento dell'on. Lizzadri nel dibattito alla Camera del 4 agosto 1954. ( 2 ) E. Ross.r, Polemica sull'I.R.l., in « La Stampa », 15 luglio 1954. [65] Bibloteca Gino Bianco
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