Nord e Sud - anno II - n. 4 - marzo 1955

E poichè qu~sta inchiesta è apparsa - come s'è detto - anche su tempo settimanale è opportuno ricordare che sulle stesse colonne, due mesi prima, era apparsa una ben altrimenti illuminata inchiesta sulla Calabria, nella quale, a firma di Corrado Pizzinelli, si leggeva una conclusione che è assai diversa da quella su riPortata, del disinvolto Sorrentino. « Il più grosso e importante fatto politico - morale - sociale degli ultimi dieci anni in ·Calabria, dopo l'avvento della democrazia - scrive il Pizzinelli - si chiama Riforma. Un luogo comune vuole che essa sia inefficace o dannosa, sia perchè il contadino assegnatario vota comunista, sia perchè gli esclusi non hanno più da lavorare in paese, Quanto al primo punto le statistiche parlano chiaro e dicono il contrario. Nei comuni di Riforma i socialcomunis6, raffrontando le consultazioni del '48 e del '53, sono passati dal 34,8 per cento al 37,5 per cento, segnando un aumento dd 1o(J77. Nei comuni dove non ha operato la Riforma i socialcomunisti sono saliti dal 21,8 per cento al 29,6 per cento segnando un aumento del 13,57 per cento. Il che dimostra che la Riforma, presentata dalle sinistre come una vittoria conseguita dopo la sparatoria di Melissa (effettivainente la Riforma allora in corso di attuazione fu accelerata), è la miglior arn1a dei partiti di ce11tro. )> Anche se « la propaganda comunista sta « lavorando )) i contadini ed è riuscito a metterli contro l'Ente Riforma », il problema non è di condannare la Riforma, ma di rinv~ gorirla eliminando gli inevitab:li difetti, che spesso sono più degli uomini che delle leggi. Si afferma che tra Pizzinelli e Sorrentino è questione di scelta responsabile e, accettando la tesi di uno dei due, coerenza vuole che si respingano quelle dell'altro. Meno colore, dunque, e più obiettive informazioni per un verso; maggiore coerenza e senso di responsab:lità politica, per un altro verso. Queste cose abbiamo il dovere di chiedere alla stampa del Nord (che spesso proprio noi additiamo a modello rispetto a quella romana e meridionale) quando organizza un « viaggio nel Sud )>. E a coloro che intraprendono questo viaggio ci sia consentito ricordare che Pasquale \lillari venne pubblicando sulla Perseveranza di Milano certe sue « Lettere meridionali », le quali, anche ai nostri giorn~ possono ben valere con1e ispirazione e come consiglio, sia per quelli che largheggiano ndle concessioni al colore, sia per quelli che, al fine di appagare la propria tendenziosità politica, troppo sovente indulgono a interessate manipolazioni della realtà: soprattutto perchè nelle corrispondenze di quell'egregio uomo batteva alto e forte il palpito di una passione civile che- al colore no11 aveva tempo di far concessioni e di fronte alla verità non sapeva scendere a com- • promessi. F. C. Bibloteca Gino Bianco

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