Nord e Sud - anno II - n. 4 - marzo 1955

tidiani. Così è nato quasi un nuovo genere del giornalismo italiano : il viaggio nel Sud. Non è facile esprimere un giudizio co1nplessivo a proposito delle molte « corrispondenze » dal Sud, apparse sui più o meno a,utorevoli organi di stampa dell'Italia centro-settentrionale: vi sono state corrispondenze generiche e servizi specifici, aventi per oggetto tutto il Mezzogiorno o intesi ad illustrare soltanto una regione, sui problemi generali o su qualche problema particolare, politicamente tendenziosi o stesi con la preoccupazione dell'obiettività; così come vi sono stati « inviati speciali >> intelligenti ed altri che hanno dato nuove prove di incorreggibile superficialità. Comunque, si può dire che, in definitiva, l'im-- magine del lvfezzogiorno che è stata presentata ai lettori di Milano, di Torino, di Firenze, è risultata a volte contraddittoria e confusa, spesso falsa, quasi sempre di maniera. Le buone notazioni ed i meditati giudizi di alcuni « inviati >> intelligenti non sono valsi - nè lo potevano - a delineare, tra la selva dei luoghi comuni, una realtà di uomini e di cose che, per essere definita in tutti i suoi connotati, richiede un impegno di osservazione politica e una libertà di commento assai maggiori di quanto non sia consentito nei limiti del tipo di corrispondenza, cui si è adattato da tempo il giornalismo italiano: un impressionismo generico e aneddotico, esteso dal « servizio di varietà >> all'inchiesta politica, che dovrebbe essere cosa affatto diversa, affidata ad uomini diveirsi. Questo impressionismo viene di solito giustificato con l'esigenza di secondare il gusto dei lettori di un presunto livello medio; ma si tratta in realtà di una deformazione professionale. Durante il fascismo, quando l'attuale generazione di giornalisti faceva le sue prime esperienze, i problemi non potevano essere individuati descritti discussi con un minimo di libertà critica; perciò gli « inviati speciali >> coscienti del proprio me'.stiere, per non abbrutirlo nelle piaggerie ufficiali, cercavano aliora di evadere verso quella che possiamo definire la periferia del problema, ove maggiori variazioni erano consent~te. Si deve riconoscere che, salvo rare eccezioni, questa deformazione professionale, contratta per forza e per rispettabilissime ragioni ai tempi della stampa imbavagliata, è rimasta oggi operante e si nasconde proprio dietro le presunte conces,- sioni al gusto medio dei lettori. Non si spiegherebbe altrimenti come possano essere inseriti in un « viaggio nel Sud >>, a seguito di un articolo sulla riforma ... agraria e prima cli una descrizione del fenomeno sanfedista napoletano, qivagazioni su De Sica, De Filippo, Totò (è capitato, su uno dei migliori giornali settentrionali, a uno dei più seri e acuti corrispondenti italiani) ; nè si spiegherebbe come un direttore della esperienza di 11issiroli possa inviare nella alluvionata Salerno il « leggero >> Montanelli. È considerato oggi perfettamente normale camuffare con p~acevolezze aneddotiche e osservazioni di Taria psicolo1gia quegli argomenti che vengono considerati « pesanti >> anche se rappresentano, come rappresentano, dati indispensabili per la formazione di un'opinione pubblica informata e coscie11te;con il risultato che questi argomenti risultano poi [60] Bibloteca Gino Bianco

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