Nord e Sud - anno II - n. 4 - marzo 1955

\ - dell'ordinamento in vigore, dalla lunghezza delle procedure e dalla ma11canza o scarsa efficienza di enti locali, indispensabili intermediari tra gli agricoltori e gli istituti regionali. Cause di insoddisfazione, qt1este, non lim~tate certo alle regioni meridionali, ma che in queste si presentano più acute e manifeste, perchè qui è più netto il distacco tra le esigenze attuali e quelle prebelliche, per le quali furono creati l'ordina1nento e le organizzazioni esistenti. Altra ragione di critiche ed altra causa di evidente insufficienza - sopra tutto nelle regioni merid!onali - è, ·poi, il fatto che agli istituti di credito agra-- rio si sono voluti assegnare compiti di natura prevalentemente sociale, e cioè quelli connessi con la assistenza finanziaria alle piccole proprietà ed alle piccole imprese contadine, che di solito,, non riescono ad offrire sufficienti garanzie nè adeguate assicuraz:oni sul corretto impiego tecnico dei mezzi richiesti al credito. In questi casi le operazioni presentano un rischio elevatissimo, che gli istituti, per la loro stessa natura, non desiderano o non possono assumere. Quì, cioè, il freno all'azione del credito non è costituito dalla prospettiva di modeste remunerazioni, ma dalla elevata probabilità di perdita connessa con la eventuale concessione delle operazioni. Nè vale la considerazione che, per quanto riguarda i mutui concessi nei territori montani, le operazioni stesse sarebbero assistite dalla garanzia dello Stato, perchè qu~sta è limitata, come è noto, al 70 o/o· del1~ perdita accertata; e la previsione di una perdita, anche se ridotta, delle lunghe procedure per il recupero e delle inevitabili ripercussioni che queste hanno, costituiscono un impedimento gravissimo all'intervento di qualsiasi istituto di credito. Questo aspetto del credito agrario, e cioè il suo impiego come strume11to cli progresso sociale, non è stato abbastanza considerato in Italia. Si è creduto che fosse sufficiente la anticipazione dei mezzi finanziari, e così si è rinvigorito lo strumento, ma non si è provveduto alla sua funzionalità, ed esso resta, in parte notevolissima, inutilizzato: perchè coloro che più si gioverebbero della assistenza del credito sono ancora quelli che meno riescono ad ottenere di quei mezzi che per essi furono stanziati. È un aspetto, questo, che include, tra l'altro, la assistenza ai nuovi proprietari creati attraverso la riforma fondiaria, cui oggi provvedono gli enti della riforma stessa, ma che dovranno al più presto venire inseriti tra i numerosi agricoltori che ricorrono al credito agrario ordinario. Ed è un problema che non si risolve solo con la disponibilità di fondi., ma esige che alla assistenza finanziaria sia congiunta la assistenza tecnica, solo mezzo per aiutare i contadini meno abbienti e meno evoluti a divenire imprenditori capaci e per contenere - entro limiti sopportabili - la misura delle perdite che operazioni del genere inevitabilmente comportano per i mutuanti. Nella elaborazione di un provvedimento di riforma del credito agrario è necessario, perciò, che siano chiaramente definiti gli scopi che con esso si vogliono raggiungere e che, di conseguenza, siano previste non solo dotazioni di · fondi sufficienti, ma organizzazioni, forme e procedure adeguate. Se con la ri• forma del credito agrario si vuol consentire una adatta assistenza creditizia a [56] Bibloteca Gino Bianco

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