Editoriale Ci duole constatare come certi dati fondamentali della situazione politica italiana continuino a sfuggire a ta11:tiuomi1ii responsabili, dirigenti dei partiti della maggioran,za, uomini del Governo, esponenti del quarto potere. Dopo le elezio1ii del 7 giugno 1953 si so110fatte in Italia molte di'scussioni e si sono 1natiifestatì i migliori proponimenti. Ma . non si è fatta la sola cosa che valeva la pena di fare: trarre le dovute conseguenze da un,'esame spassiouato, da un'analisi obiettiva e sincera delle indicazioni, preziose quanto gravi, fornite dai risultati elettorali. Forse, il prolungarsi delle passiotii e dei rancori oltre la prova delle urne ha impedi'to quell'operazione pregiudiziale. Ma i risultati si vedono oggi, quando si ode parlare da ogni parte, con calamitosa superficialità, di « recupero a destra». E le conseguenze di tali discorsi si vedono anch'esse; nel momento stesso in cui, come abbiamo notato altra volta, una politica di liberalizzazione della vita italia1ia potrebbe effettivamente rendere operanti i limiti obiettivi della politica frontista dell'estrema sinistra, a questa politica nuove prospettive vc1igono dischiuse, attraverso inopportuni provvedimenti ed errate prese di posizion,e, che a dir poco difettano di buon senso. Così i comunisti si appresta1io a trarre dall'i11coerenza dei partiti democratici e dei governi sempre nuove occasioni per moltiplicare le firme in calce ai loro manifesti e alle loro lettere di protesta; e ogni giorno chiunque abbia qualche dimestichezza sociale apprende che quest'avvocato o quel professore, di cui non si sarebbe mai sospettata la trasformazione in « compagno di viaggio >>, ha finito col passare il fiume; ogni giorno si constata che nel paese aumenta il disi1iteresse per i partiti dem·ocratici e che le file dei nemici accampati alle porte della città ass.~- di·ata si ingrossano di nuovi disertori. Bibloteca Gino Bianco
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