grazione dei programmi della Cassa e della spesa straordinaria. Così un prograinma per la scuola in tutti i suoi gradi deve essere attuato dal Ministero della Pubblica Istruzione; un programma per le attrezzature sanitarie dal Ministero dd Lavoro, unitamente a un programma generale per la diffusione delle istituzioni di assistenza ; un prograinma di più intensa industrializzazione dal Ministero dell'Industria. Il tutto dovrebbe avere il suo centro unitario, il suo polo d'orientamento nella sede più opportuna: un riattivizzato Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno, che non deve ripercuotere l'eco delle gelosie fra le diverse burocrazie, ma deve rappresentare l'opera concorde di uomini politici responsabili. La Cassa, in tal modo, non verrebbe appesantita da nuove incombenze e i Ministeri coordinerebbero quei loro programmi ordinari con quelli straordinari di competenza della Cassa: fra gli uni e gli altri sarebbe assicurato l'equilibrio fra spesa ordinaria e straordinaria. Per concludere riteniamo che i due errori d'impostazione da noi individuati possono essere eliminarj. nel modo che abbiamo detto. 11a si deve procedere risolutamente, facendo tesoro dell'esperienza. Si riunisca, pertanto, il Comitato dei Ministri per un riesame di fondo dei problemi del coordinamento. Quanto al Consiglio di Amministrazione ddla Cassa, lasciamo ·all'intelligenza e alla discrezione dell'on. Campilli il tempo. necessario per scegliere il modo migliore affinchè tale organo possa ritrovare, dopo opportuna riqualificazio11e politica, la funzione di brains trust newdealista che lo spirito - se non la lettera - della legge prevedeva. N. d. R. Storicismo e sociologia Rispondendo ad uno scritto di Giovanni Ferrara, apparso su Il Mondo del 4 gennaio 1955 in un articolo ispirato a calda simpatia e a un sincero sforzo di comprensione («Politica e cultura nei giovani laici», Il Mercurio 15 gennaio 1955), Umberto Segre ha colto l'opportunità per un discorso che, al di là del tema specifico della discuss:one, investe problemi che stanno a cuore un po' a tutti coloro cl1e con Ferrara condividono certe fondamentali convinzioni culturali. Alla <.< religione crociana » di Ferrara il Segre ha riconosciuto la capacità di tradursi in una dignità di pensiero che diventa coerente fervore pratico e morale : ed è riconoscimento di gran rilievo, di cui il Segre avverte tutta la portata. E tuttavia, si chiede: perchè mai a questa cultura e a questo fervore morale i « fatti » hanno dato torto? che cosa non ha funzionato negli strumenti culturali cli analisi politica propri del gruppo di intellettuali a cui appartiene Ferrara, quando essi hanno affermato di non aver voluto prevedere la sconfitta democratica del 7 giugno, o hanno insistito a voler patrocinare la causa della C E D poco prima del suo seppellimento a Palazzo Borbone? [47] Bibloteca Gino Bianco , •
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