nale e di patti agrari, nonchè le burbanzose tr~dizioni di preminenza paesana. Registreremo, tuttavia, con cura - perchè indice di collusioni facilmente identificabili e di effettive solidarietà affaristiche -- l'allargarsi dell'interesse del P.N.M. ad altri problemi: a quelli del petrolio, ad esempio, (ove si è assunta una posizione di vistoso liberalismo che mal nasconde le accennate collusioni e solidarietà) o della politica industriale (ove ci si è schierati per t1n ridimensionamento in senso privatistico delle industrie controllate dall'l.R.I., con riferimento, naturalmente, a quelle attive, lasciando allo Stato la cura di quelle passive). Fedele a queste premesse il P.N.M., salva la retorica d'obbligo, è pur disposto ad attenuare le sue note nazionalistiche ed antioccidentali in politica estera, ma esige dai suoi eventuali alleati chiari impegni sui punti per esso fondamentali. Quindi mantiene qualche riserva persino nei confronti del M.S.I.; e quanto alla D.C., subordina ogni possibilità di col-- laborazione ad una implicita accettazione delle sue esigenze, per la quale ritiene particolarmente idonea l'ala «giovane» di quel partito (Pella e Togni, ma anche Fanfani, purchè si distingua dai «professorini» della riforma agraria). Questa è dunque la fisionomia e l'intima struttura delle forze che in Italia si scl1ierano sotto la bandiera monarchica; e questo è l'angusto gioco dei loro interessi, n1al coperto dalle più strampalate teorizzazioni (il P.N.M. si proclama «liberale» e vuole lo Stato « nazionale, democratico, cattolico e corporativo »; il P.M.P. auspica la «Monarchia sociale») e puntualmente ridotto ogni volta a rimpannucciarsi al guardaroba del più vieto luogo comune qualunquistico e fascista. Quale ammonimento ricavarne? Che uno schieramento di questo ge• nere, così lontano dall' esprimere obiettive esigenze di una società che forze ben altrimenti provvedute di attualità storica e di ideali consegne chiamano per opposte vie ad uno sforzo laborioso di rinnovamento civile; che uno schieramento così chiuso nel cerchio di ristretti interessi fosse in grado di porre una seria alternativa di governo, era una eventualità che un qualche senso (per i meno veggenti) poteva ancora avere fino al 7 giugno '53. Gli avvenimenti susseguitisi da allora hanno dimostrato che la destra monarchica, nonchè al peso di una siffatta funzione politica, non regge neppure a quello del coacervo di interessi da essa rappresen-- tati, per poco che questi si trovino a dover imboccare divergenti sentieri. Oggi, le possibilità del P.M.P. appaiono pregiudicate in partenza dalle [39] Bibloteca Gino Bianco
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