Nord e Sud - anno II - n. 4 - marzo 1955

collaborazione monarchica. Siamo tuttavia al punto che il franamento evidente delle posizioni monarchiche in provincie meridionali induce la D.C. a un riesame della situazione, che le scansi il pericolo di trovarcisi . coinvolta e che sarebbe indubbiamente facile, ove non intervenissero incertez·ze ed interessi locali così come indugi degli organi direttivi del partito in prospettive ormai sorpassate. Le risonanze del gesto di Lauro, complessivamente limitate dal punto di vista della ridistribuzione delle forze monarchiche, contraddicono, comunque, con vistosa eloquenza la sua stampa, che già all'indomani della costituzione del nuovo partito prese ad annunziare quotidianamente « colluvie )) di adesioni, cadenti a valanga sui tavoli dei suoi fervorosi dirigenti. Nè d'altra parte è da credere che, qualora non sopravvengano nuovi elementi, la situazione possa ulteriormente mutare in guisa tale da ribaltare o equilibrare le posizioni; e ciò anche se si è potuta notare negli ultimi témpi un'apparente ripresa delle posizio11idi Lauro. Il recente congresso milanese del P.N.M. ha provato fra l'altro anche ciò. L'attuale rapporto di forze tra le due osservanze monarchiche appare, infatti, determinato da ragioni che ineriscono alla natura stessa delle folfze in contrasto. * * * Ufficialmente, la polemica tra le due fazioni monarchiche si aprì, come è noto, sul problema della CED: propenso Lauro ad un' approvazione incondizionata di essa, Covelli invece era deciso a condizionarne la approvazione alla soluzione della questione triestina. Da allora una infeconda diatriba si trascina sulle colonne òei fogli monarchici ed offre lo spettacolo di u11abattaglia politica condotta in singolare povertà di pensiero e nella più completa confusione di metodi e di idee. E chi, per curiosità, volesse confrontare la problematica (per così dire) della scissione monarchica con quella che apparve in gioco nella scissione di altri partiti (P. d'A. o P.S.I.U.P., ad es.) avrebbe modo di constatare agevolmente come il tutto, nonchè a un serio cozzo di visioni generali contrastanti, non si possa neppure ridurre ad un organico contrappunto di problemi politici seriamente meditati oltre la spinta degli immediati interessi. Quali interessi siano, intanto, non è inopportuno rivedere alla luce delle recenti assemblee nazionali dei due partiti. Non sono, invero, in prima linea quelli che concernono il Re in esiBibloteca Gino Bianco

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