... Se tuttavia la rete di amministrazioni monarchiche insediatesi nel 1952, per quanto riguarda i «vertici>>, no11 è piombata nella crisi che da alcuni si prevedeva come conseguenza immediata e diretta della scissione, è pur vero, però,_ che è piombato in crisi - meno appariscente, ma non meno effettiva, anzi - il rapporto fra quelle amministrazioni e le « basi » che le avevano elette. A questa crisi la scissione ha dato un colpo definitivo: intorno alle amministrazioni monarchiche della pro... vincia meridionale, sia che esse si intitolino prevalentemente a Covelli, sia che dipendano prevalentemente da Lauro, anche quando hanno evitato di prendere ufficialmente posizione per ragioni di opportunistico at1 tendismo, i consensi si fanno sempre più tiepidi e anche più rari, onde si può ritenere che quella rete di amministrazioni locali non esercita più una rilevante influenza ad attrarre clientelisticamente nuovi elettori; ma vale soltanto come termine di un confronto che prevalentemente si risolve, anche sul piano dell'efficienza amministrativa, a favore dell'altra rete di amministrazioni locali, quella che fa capo ai fronti comunisti. Valga questa considerazione a far luce sulle responsabilità di quegli ambienti dirigenti che nella ventata monarchica del 1952 mal riposero la loro fiducia. La situazione di squilibrio politico e amministrativo che si è creata nei Consigli Provinciali di Avellino e Benevento (queste due province sono state quelle che più hanno risentito della scissione, essendosi venute a trovare sulla linea di frizione tra la circoscrizione elettorale di Lauro e quella di Covelli) suffraga d,,altronde con grande nettezza la verità di questa asserzione. Nel Consiglio Provinciale di Benevento la Giunta era formata in origine da democristiani e monarchici del P .N .M.; senonchè la rappresentanza di questi ultimi si è venuta sempre più riducendo, un pc' per la scissione e ancor più in sede di elezioni integrative. Di ciò han preso atto i democristiani, i quali, proprio in vista di queste elezioni, strinsero con i liberali un patto, in virtù del quale si impegnavano a formare con essi, mediante l'estromissione dei monarchici e la sostituzione di quella attuale, una più efficiente amministrazione. Senonchè i monarchici, pur consci della debolezza delle loro posizioni, si guardano bene dal trarne le debite conseguenze e, non dimettendosi, ostacolano col loro peso di corpo morto la vita del consesso in cui siedono. La manovra· fallita a Benevento non è riuscita ai democristiani neppure ad Avellino, e qui per non essersi essi trovati tutti d'accordo sulla opportunità di disfarsi della [35] Bibloteca Gino Bianco •
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