Nord e Sud - anno II - n. 4 - marzo 1955

potendo altrimenti, Gato il numero dei seggi di cui dispone in Consiglio, rieleggere il Sindaco. Tale t stato anche, più recentemente, il caso di Benevento, ove, ai primi di gennaio, il sindaco Rivellini si decid1 eva finalmente a passare dal P.N.M. al P.M.P., dimettendosi poi anche dalla sua carica, che in seguito riassumeva, ritirando le dimissioni; intorno a lui si son venuti a stringere alcuni altri consiglieri e pertanto anche qui la tripartizione della maggioranza (P.N.M.-P.M.P.-M.S.I.) ne paralizza l'azione e fa nascere la prospettiva di una gestione commissariale a più o meno prossima scadenza. Negli altri maggiori municipi meridionali, invece, la crisi è mancata o perchè la defezione di parte dei consiglieri è stata troppo scarsa per determinarla o perchè, pur scindendosene, i dissidenti hanno mantenuta la loro fiducia alle amministrazioni in carica. Il primo caso si è verificato a Napoli, dove, a metà agosto, il Consiglio comunale riconfermava al Sindaco Lauro la sua fiducia con 43 voti contro 34 e 2 astenuti, a nulla essendo valso il violentissimo attacco sferrato contro la Giunta, con l'accusa di gravissime irregolarità amministrative, dai consiglieri dichiaratisi per il P.N.M. (meno di una diecina, raggruppati intorno al sen. Buglione e all'ex costituente Ezio Coppa) (2 ). Il secondo caso è quello verificatosi a Bari, ove il 26 agosto 10 consiglieri della maggioranza annunziavano di costituirsi in gruppo consiliare del P .M.P.; ma dichiaravano che il loro gesto aveva un valore puramente politico e non implicava alcun riferimento sul terreno amministrativo all'azione della Giunta, sicchè si rendeva superfluo da parte di questa la stessa richiesta del voto di fiducia. Nei municipi minori, infine, le amministrazioni e i gruppi consiliari sono in genere rimasti in blocco al P.N.M. o sono passati egualmente in blocco al P.M.P.; ma il primo caso ha costituito la regola e ha visto ben poche eccezioni (nel recente congresso di Milano, l 'on. Covelli ha potuto vantare il controllo della maggioranza consiliare in 116 Comuni, dei quali 9 capoluoghi di provincia). ( 2 ) Il tentativo dei covelliani si era forse fondato (oltre che sulla speranza di un diverso comportamento tra le file laurine al momento del voto) sull'attesa di un diverso comportamento del gruppo consiliare del M.S.I., che, con quello del P.M.P., detiene l'amministrazione. In tal caso fu una vera ingenuità attendersi che i fascisti rinunciassero a cuor leggero (nonostante tutti gli attriti di natura p<>litica o amministrativa che potessero avere con Lauro) all'unico grande municipio italiano in cui siano presenti. Tanto più che a Napoli, se è possibile rovesciare l'attuale amministrazione, è . tutt'altro che facile, data la distribuzione delle forze, sostituirla. Bibloteca Gino Bianco

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