nalismo (Giornale d'Italia) e sottovalutò in un primo momento la carica eversiva che si sprigionava dal nazionalismo, si deve però riconoscere che le sue posizioni rimasero sempre ben distinte da quelle del liberalnazionalismo, in cui veramente cercava di esprimersi la reazione agraria meridionale, padroneggiando così gli « intellettuali medi >> che Gramsci credeva « egemonizzati >> da Croce. E non incontrarono mai alcun plauso _diCroce i due letterati - D'Annunzio e Scarfoglio ~ che ebbero la maggiore influenza nel ,diffondere quegli stati d'animo nazionalisti, che, dopo averne impedito un serio processo di educazione politica, predisposero la borghesia meridionale ad un'accettazione senza riserve del fascismo. Resta il ·problema dei contadini. Croce, si dice, riconobbe che le condizioni dei contadini erano miserabili; ma rimase freddo, senza moti di commiserazione, come pure ne ebbero De Sanctis e Fortunato, al cospetto del1'Irpinia e della Basilicata, e, fremente di passione politica, Guido Dorso. Sembra quasi che ci si voglia lamentare perchè Croce non ha lasciato scritte ~ alcune « belle pagine >> sulla miseria dei contadini; o che non abbia redatto un progetto di riforma agraria; o, più semplicemente, sembra che si voglia muovere a Croce l'accusa di non aver posto, marxisticamente, la questione agraria al centro della sua Storia d'Italia. A questo proposito cediamo ancora la parola a Federico Chabod che hP.-dimostrato come la tesi di Gramsci, a differenza dell'interpretazione crociana, è « apertamente disegnata in fun- · zione politica e sotto il peso di interessi e di preoccupazioni di politica attuale >>. Secondo Chabod, basta pensare alla « nota tesi di Gramsci sui contadini nel Risorgimento e la non-impostazione della questione agraria ad opera dello stesso Partito d'Azione, che è un riflesso evidente e caratteristico _ della situazione italiana del secolo XX, un problema sollevato dall' esperienza degli anni, appunto, 1919-1920, quando il socialismo non riuscì a trarre a sè, nell'insieme, le masse rurali, e nelle campagne i "bianchi" furono più forti dei "rossi'', e quindi il socialismo non potè disporre, salvo in. poche regioni, che di una massa d'urto operaia, cittadina. L'opera di penetrazione nelle campagne, soprattutto nel Mezzogiorno, svolta dal P.C.I. dopo il 1915, rivela che la esperienza _del 1919-1920 è stata messa a frutto. Ma è quella stessa esperienza che detta a Gramsci il suo giudizio e determina lo spostamento di un problema,· vivo e fondamentale nel secolo XX, nella storia del secolo XIX, e svia la prospettiva storica. Chiedere che i "patrioti", fossero pure del Partito d'Azione, ponessero la "questione agraria" nel Risorgimento, significa chiedere che non si facesse l'unità d'Italia;· .data· Bibloteca Gino Bianco •
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==