dizione degli uomini di dottrina e di pensiero >> e condannata pure da Giustino Fortunato con un giudizio non meno duro di quello crociano (« lo· sciocco e ampolloso programma della sinistra>> e << Palazzo Braschi, creatore dei deputati meridionali, con tutte le armi più volgari e indegne di questo mondo >>() 3b). Si può dire piuttosto che Croce, impegnato a svelare l'opportunismo ed il confusionarismo che prosperavano dietro la « maschera democratica >>, ·troppo lentamente si sia reso conto che un altro opportunismo e un altro confusionarismo si venivano celando dietro la montante atmosfera nazionalistica; che Bergamini, gli scrittori di Politica, le irrequiete riviste fiorentine, e soprattutto Il Giornale d'Italia, del quale Croce fu assiduo collabo-. ratore, spingendo il liberalismo italiano a farsi liberalnazionalismo, e di qui, sottolineando il « sacro egoismo >>, i più si sarebbero allineati col nazionalfascismo; che i nazionalisti, appunto, intuivano tutta l'utilità che essi potevano trarre dal cercare, nelle polemiche crociane contro i « blocchi >> della .. democrazia giacobina e massonica, un proprio punto di appoggio, per inoltrarsi nella loro lotta, che non era lotta contro la retorica vuota della democrazia, ma contro il contenuto liberale della democrazia. Più tardi, ripensando nella Storia d'Italia le vicende degli anni che precedettero la guerra, Croce vide chiaramente la responsabilità, anzi l'irresponsabilità, del nazionalismo. Ma quando esso veramente agì come forza dissolvitrice, quando esso corrose le tradizioni del liberalismo italiano, Croce ne sottovalutò i pericoli, quasi si trattasse di « un semplice risveglio di patriottismo ))' di una giustificata reazione verso la retorica della democrazia. La quale, però, in occasione della guerra democratica, assunse nuovi aspetti, e anche atteggiamenti nazionalistici, che furono appunto denunciati da Croce nelle Pagine sulla Guerra. Qui, infatti, c'è la polemica contro la vuota retorica della democrazia che continua e raggiunge le sue punte più aspre. Ma questa polemica, data la situazione politica determinata dalla guerra, si sviluppa ora anche come polemica contro le deformazioni nazionalistiche : alimentate da zelanti intellettuali, per malinteso patriottismo, non meno che per l~uso e l'abuso degli ideali democratici. Quando, però, nel dopoguerra, le due polemiche si scindono, nella nuova situazione politica, progressivamente · si attenua la prima, contro la democrazia (la democrazia assalita e vilipesa ( 35 ) Carteggio V1LLARI FoRTUNATOc:fr. « Il Mattino», 8 aprile 1951 e 10 aprile 1951. Bibloteca Gino Bianco • ....
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