Nord e Sud - anno II - n. 4 - marzo 1955

famiglia sopra le famiglie italiane >>, « un partito che non si originava dalla forza reale di una classe o di un potere sociale, capace veramente <li dominare, sorreggere, ordinare, indirizzare le altre classi e poteri della nazione, ma da una persuasione della mente che chiedeva il governo dei migliori per il bene di tutti, e la libera gara delle intelligenze per l'avanzamento civile >>; caratteri che spesso lo avevano « nobilitato nell'estimazione, ma condannato al fallimento nella realtà effettuale )); ma non gli impedirono di realizzare, con l'adesione al programma nazionale e la spinta verso l'Unità, un atto concretamente politico; anche se poi purtroppo ricadde, « in un tempo che richiedeva ben altri accorgimenti, nella sua disposizione originaria; e si mantenne ... ora superiore, ma astrattamente superiore, al paese nel quale gli toccava operare, ora estraneo ed ignaro dei problemi reali di questo >> (16 ). Non sfuggì a Croce, quindi, che, anche fra gli uomini migliori, venne a mancare la sensibilità politica e si esaurì la capacità di governo : tanto nei confronti dello « ondeggiante gruppo di problemi >>, quanto nei confronti della necessità d'intervenire risolutamente sulla realtà sociàle, italiana e meridionale, che è all'origine di questi problemi. Ed è qui, in questi giudizi che abbiamo citato ed in altri, nella Storia del Regno di Napoli, come nella Storia d'Italia ed in numerosi saggi, che si può constatare quante vane parole siano state spese per accusare Croce di ottimismo. A questi giudizi ci rinviano appunto Maturi e Chabod, quando, a proposito della Storia d'Italia e delle discussioni che essa ha sollevato e ancora si protraggono, affermano che la visione di Croce « non è affatto ottimistica, come si suol credere >>. Walter Maturi ha osservato che nella Storia d'Italia, lungi dall'essere « totalitariamente ottimista >>, la visione di Croce non prescinde dalle crisi, « specialmente nel Mezzogiorno >> ( 17). Federico Chabod, dal canto suo .. ci ha ammonito a non dimenticare « riserve e constatazioni di cose che non vanno, di condizioni arretrate di plebi, perfino di quel problema del ~ez.- zogiorno di cui si è rimproverato al Croce noncuranza (Croce lo teneva nei suoi giusti limiti e non lo gonfiava come accade spesso in certa storiografia di oggi): queste note, non positive, negative, trova nella Storia d'Italia, ( 16 ) B. CRocE: Una famiglia di patrioti, pagg. 30, 40, 49. ( 17) W. MATURI: « Rileggendo la Storia d'Italia di Benedetto Croce», in Cultura Moderna, n. 6, dicembre 1952. Bibloteca Gino Bianco

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