Nord e Sud - anno II - n. 4 - marzo 1955

Fortunato, prendendo le mosse da certe premesse naturalistiche, si sarebbe potuto concludere in uno stato d'animo irrigidito nel pessimismo, disfattista di fronte al dominio dell' « uomo di Guicciardini >>, rassegnato di fronte al trionfo dell' « Italia della decadenza »: questa e quello non più risultati di mutevoli vicende storiche e politiche, ma dati insopprimibili di una realtà civile condannata dalla « natura crudele >> a un destino politico illiberale. _ La « illegittima illazione >> che insidiava il meridionalismo di Fortunato consisteva dunque nella combinazione _diquesto con « l'imperante naturalismo e positivismo >>. Quella che insidiava il meridionalismo di Dorso, a parte certe rigidità sociologiche che derivavano dall'influenza dei Mosca e dei Pareto, consisteva invece principalmente in certo astratto schematismo che è proprio delle formule come « conquista regia >> e « Risorgimento fallito >>: le quali formule sono quelle del cosiddetto « processo al Risorgimento », che, nelle intenzioni di molti suoi fautori, potrebbe anche tradursi in un processo al liberalismo; poichè i processi alla storia sono sempre astratti, ma nascondono spesso un concreto piano di rivolgimento politico. Anche per quanto riguarda questa polemica (la polemica sui problemi lasciati insoluti dal Risorgimento e dalla vita unitaria, on.de la crisi del primo dopoguerra e le passioni, i contrasti, le delusioni del secondo), molte idee debbono essere chiarite. Non si tratta di respingere le posizioni polemiche di quanti, prima e dopo il fascismo, sono venuti denunciando le deficienze dello « Stato storico », i problemi, appunto, lasciati aperti o proposti dal Risorgimento e dalla vita unitaria, le lacune nella formazione civile della società italiana e n_ellaelaborazione dei suoi quadri dirigenti. .. Si tratta di intenderle ed accoglierle come aperture sui problemi politici posti dagli sviluppi della realtà italiana, « dall'avere smarrito progressivamente il senso del Risorgimento, non dal Risorgimento stesso >> (11 ); e occorre tener sempre presente il loro limite, che è quello tracciato _da Adolfo Omodeo nella recensione al Risorgimento senza eroi _diPiero Gobetti. Qui, in questa recensione, prima ancora che sorgesse la « storiografia della disfatta >>, a proposito di certo diffuso orianesimo (al quale la « storiografia della disfatta >> si sarebbe poi ricollegata), Adolfo Omodeo ha fissato appunto i caratteri della << storiografia dei giornalisti >>, in cui « si frantu- ( 11 ) A. 0MoDEO: Risorgimento senza eroi, in Difesa del Risorgimento, Torino, 1951. Bibloteca Gino Bianco

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