Nord e Sud - anno II - n. 4 - marzo 1955

geriscono i pesi sotto i quali l'agricoltura meridionale piega oppressa, rimboschimenti, acquedotti e altri lavori pubblici, ritocchi di tariffe commerciali, decentramenti amministrativi, modificazioni alla legge comunale e provinciale >>(4 ). Furono questi i principali problemi che attirarono intorno al 1900 l'attenzione di benemeriti meridionalisti, la cui funzione principale, come da Croce fu sempre messo in evidenza, si esplicò nello sfatare « l'illusione della somma fertilità dell'Italia meridionale >>, « orto delle Esperidi » o « paradiso abitato da diavoli >> ( 5 ); nel proporre i prjmi temi, generali e particolari (la riforma tributaria e le ferrovie ofantine, per esempio), di un'azione politica a favore dell'Italia meridionale; nell'additare una conti- , nuità - mentre già decadeva il tono della vita pubblica nella nuova Italia - rispetto alla tradizione di impegno civile e politico di coloro che la nuova Italia avevano volutoc A questo punto si deve però ricordare che Croce - mentre poneva nel giusto rilievo i meriti che venivano conquistando in sede politica i meridionalisti, con il loro sforzo di « procurarsi un'esatta conoscenza della dura realtà», per poterla poi « guardare in volto con dolore, ma coraggio» (6) - si trovava al tempo stesso in presenza di deformazioni teoriche e slittamenti politici, di cui gli era agevole intravedere gli illiberali punti d'arrivo. Lasciamo pure da parte il razzismo dei positivisti : del quale si può dire soltanto che - anche a volerlo considerare come l'ideologia « diffusa in forma capillare dai propagandisti della borghesia nelle masse del Settentrione » () - se Gramsci potette compiacersi della sua avvenuta liquidazione, ciò fu anche merito della implacabile reazione crociana contro di esso. Consideriamo piuttosto il determinismo naturalistico di Fortunato ed il sociologismo di Dorso. Per quanto riguarda Fortunato, si deve considerare il desolato disfattismo cui lo spingeva il rapporto che egli aveva ritenuto di dover stabilire fra la « crudeltà della natura >> e la storia del Mezzogiorno. Perfino in uno (4) BENEDETTO CROCE: Storia del Regno di Napoli, pag. 290. (s) BENEDETTO CROCE: Pagine Sparse, II, pag. 117; Uomini e cose della vecchia Italia, I, pag. 69. · (6) BENEDETTO CROCE: Pagine Sparse, II, pag. 117. (7) ANTONIO GRAMSCI: La, questione meridionale, Roma (Ed. Rinascita), 1952., pag. 13. Bibloteca Gino Bianco

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